NEONATI MORTI
Traversetolo «La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle». Con le parole di Sant’Agostino è iniziata ieri sera la veglia di preghiera, un momento di riflessione, in particolare rivolto ai giovani, che aveva come fulcro il tema della speranza.
La sensazione che si percepiva tra i banchi della chiesa è che ci si aspettasse una maggiore partecipazione per un momento in cui, per la prima volta, la comunità si trovava raccolta a pregare, a riflettere nel clamore di un caso che ha scosso gli animi di tutti. «Lasciamo fuori dalla porta tutto quello che mastica ribellione, indifferenza, curiosità; ci mettiamo in ascolto della parola di Dio» ha detto il parroco don Giancarlo Reverberi.
Nel silenzio raccolto dei presenti sono risuonate parole come indignazione e indifferenza, coraggio e impegno, comprensione, speranza, amore. E i riferimenti a quanto avvenuto a Vignale non sono mancati nella riflessione del vescovo Enrico Solmi. «Mi sono chiesto cosa siamo venuti a fare questa sera, nel clamore di questi giorni e nel susseguirsi di fatti drammatici, sui palcoscenici delle televisioni, tra i partiti degli accusatori e di chi ha sempre una risposta più intelligente. Noi chiediamo di ascoltare Dio. Noi ci crediamo, o meglio lui ci ha dato la fede e noi vogliamo il suo pensiero nel nostro, il suo cuore nel nostro – ha esordito -. Dimenticare Dio, cambiargli volto, è mettersi di fatto al suo posto. E se non si sta attenti si scivola pian piano fino alla violenza».
L’amore di Cristo vince. «L’amore fa girare ogni cosa, non è l’Io. Quell’amore che sviluppa la relazione tra un uomo e una donna e rende il corpo tramite di un amore che trova gioia nella gioia nell’altro, che genera un primo un vagito di un bambino e inorridisce solo all’idea che possa essere l’ultimo. La speranza nasce dall’amore e sa che non verrà mai meno nemmeno davanti alla prova, addirittura alla morte».
E anche di fronte al più terribile degli atti, l’amore può aprire la via al cambiamento, «se apre la via ad una conversione che paga la giustizia degli uomini e si lascia abbracciare alla giustizia di Dio che è salvezza, che fa recuperare i passi non fatti e fa affrontare alla mamma le doglie di un parto nuovo. Il suo, quella di una sua nuova nascita nella coscienza acquisita di quanto avvenuto, mentre quei bambini pregano che questo avvenga, giocando in paradiso sulle ginocchia di una mamma che li ama. È la via del coraggio di assumersi quanto avvenuto, di mettere la faccia davanti al mondo».
Maria Chiara Pezzani
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