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La protesta

«Eia, finita sott'acqua per la paratia di un canale rimasta abbassata»

«Eia, finita sott'acqua per la paratia di un canale rimasta abbassata»

29 Ottobre 2024, 03:01

A causare l’ondata che, nella notte tra il 19 e il 20 ottobre, in circa 20 minuti, ha allagato gran parte delle vie e tutti i locali seminterrati, come cantine, garage e magazzini con 50 centimetri d’acqua in strada Eia, secondo Roberto Robuschi, proprietario dei locali e degli immobili della residenza per la terza età «S. Helia», probabilmente, «è stato un fossato che viene utilizzato per l’irrigazione estiva e la cui portata viene limitata con una paratia che, però, quella notte è stata dimenticata chiusa, facendo esondare questo canale, che non sappiamo da dove prenda l’acqua».

«All’inizio, pensavo si trattasse del Maretto, che attraversa il paese, invece, dai video dall’alto osserviamo che è lontano da questa esondazione – prova a ricostruire Robuschi -. Nella mia area cortilizia, a -70 centimetri a livello della strada, abbiamo avuto 1 metro e mezzo d’acqua, in un magazzino di 200 metri, che serve a ricoverare il mobilio e gli attrezzi per la gestione della residenza per anziani. È andato sotto quasi tutto, dai mobili ai tappeti, fino alle attrezzature, compresa la mia auto, che è da buttare».

Come spiegato da Robuschi, la gestione di questo canale «fa parte del Consorzio gestione Taro Naviglio», ma la notte dell’inondazione nessuno avrebbe provveduto ad aprire la paratia. «C’è un filmato, con un drone, che conferma che la paratia era chiusa – prosegue -. Il giorno seguente mi hanno detto che è stata sollevata con un mezzo da oltre 100 quintali e la fiamma ossidrica, tanto per denotare che essa è abbandonata a se stessa e non ha manutenzione».

Dalla Società degli utenti del canale Naviglio-Taro fanno sapere che a metà settembre chiudono le derivazioni da Taro, non dando più acqua ai fossi secondari e al comparto irriguo, ricordando come il loro comprensorio coincida con quello della Bonifica parmense. «Il Maretto è gestito da quest’ultima, noi lo usiamo come trasporto quando innaffiamo e quelle paratie sono state istallate da noi, con il consenso e l’autorizzazione della Bonifica, ma sono in gestione agli utenti per innaffiare – spiega un dipendente -. A Eia, la paratia era composta da quattro sezioni e risulta che tre erano giù e una era alzata; la Bonifica lo ha segnalato a settembre e noi lo abbiamo detto agli utenti. Sabato notte non ho ricevuto chiamate e l’unico numero della società del Naviglio è questo. Mi sono recato sul posto domenica, dopo la chiamata di un agricoltore che usa l’acqua, che non riusciva a muovere queste paratie». Il dipendente conferma che «il fosso irriguo è privato, del nostro comprensorio, ma gestito dagli utenti, che sono i proprietari».

Alla «S. Helia», gestita da Parma Assistenza 91 e diventata nel 2016 una residenza per la terza età, gli ospiti sono 24 e vanno dai 70 ai 104 anni e, per fortuna, non hanno avuto danni. «Per una sorta di combinazione, ci ha salvato la buca dell’ascensore, che si è riempita», dice Robuschi, confermando come le dimore dove risiedono gli ospiti, tutte al primo e al secondo piano, siano state risparmiate. «Gli anziani stavano dormendo e non se ne sono accorti, ma chi dello staff arrivava alle 6 del mattino, si è trovato di fronte un lago, perché in strada c’erano dai 30 ai 50 centimetri d’acqua - spiega Robuschi -. Dobbiamo ancora verificare, ma da una prima stima, svuotando e facendo le pulizie, i danni sono di circa 60-70mila euro. I mobili che erano ricoverati qui sono tutti da buttare, perché il legno si è gonfiato, ma ci sono anche attrezzature, accessori e parti di ricambio che fanno parte della gestione della residenza, come tre robot per lo sfalcio, trattorini nuovi per la gestione del parco e che, a causa dell’acqua, sono irrecuperabili. Tutto è andato perso».

Per Robuschi, in conclusione, il lavoro di ripristino durerà oltre un mese: «Devo ringraziare i vigili del fuoco che domenica, dalla mattina, sono stati qui fino alla sera con due idrovore a svuotare questo bacino d’acqua».

G.P.

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