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Langhirano

I lupi sbranano le caprette della fattoria didattica Cotti

I lupi sbranano le caprette della fattoria didattica

di Monica Rossi

01 Novembre 2024, 03:01

Non si ferma l’allarme lupi, nel Parmense. Dopo che un esemplare è stato visto aggirarsi tra le case in centro a Tornolo. Dopo gli avvistamenti nelle frazioni dello stesso comune, con ricadute sulla serenità di chi vive negli abitati. Dopo che a Tarsogno, a un allevatore i lupi hanno sterminato un gregge di capre e pecore dando il via a una protesta feroce nella comunità che chiede interventi urgenti per arginare il pericolo che questi predatori rappresentano per animali domestici, cani da caccia, bestiame e, ovviamente, per l’uomo.

E dopo l’ennesimo allarme per i cani da caccia in Valceno, dove una coppia di segugi è sparita dopo una battuta di caccia, ecco la notizia che arriva da Pilastro di Langhirano. La Fattoria didattica e sociale Cotti ha subito un attacco e ad avere la peggio sono state 3 caprette.

«I lupi hanno scavalcato il recinto, come abbiamo potuto vedere dai segni lasciati sui pali di legno, e hanno ucciso due femmine adulte e un esemplare di 4 mesi – racconta la titolare, Alessandra Cotti –. Intorno all’area, le orme nel fango. La loro presenza è un dato di fatto: gli avvistamenti sono quotidiani. Non avremmo però mai pensato che potessero superare il recinto e predare in un contesto dove il viavai verso le stalle e nei recinti è continuo, a tutte le ore. Evidentemente non hanno più paura dell’uomo».

La segnalazione è stata fatta all’Asl e alla Coldiretti, che ha sottolineato l’urgenza di misure concrete. «Ormai la presenza massiccia del lupo – evidenzia Coldiretti – sta sempre più minando il lavoro di agricoltori e allevatori, ma anche la sicurezza pubblica poiché questi selvatici si avvicinano anche alla città e in aree densamente abitate. Gli attacchi non solo rappresentano una perdita economica per le aziende, ma anche sconcerto per gli agricoltori che vedono spesso compromesso il frutto di anni di sacrifici. In questo caso, in particolare, l’attacco alle caprette è sconvolgente sul piano psicologico in quanto sono stati colpiti animali da compagnia, che costituiscono un polo attrattivo per i bambini e i ragazzi delle scuole che fanno uscite nella fattoria».

La Cotti ora teme per gli altri animali. «Oltre a capre, asinelli, oche e galline, abbiamo un allevamento di vacche da latte - dice -: vista la facilità con cui sono entrati, abbiamo paura che la predazione si possa ripetere».

Come arginare il problema? Il presidente provinciale della Federazione italiana della caccia Oscar Frattini ricorda che «è atteso per dicembre il via libera all’inserimento del lupo nell’allegato III della Convenzione di Berna: in sintesi, la modifica (decisa dai rappresentanti dei 27 Stati membri dell’Ue riuniti nel Coreper a Bruxelles, ndr), declassa la protezione del lupo “da altamente protetta a protetta”. Come Fidc riceviamo continuamente denunce per predazioni e ammanchi di cani. Per non parlare degli attacchi ad animali da cortile e da compagnia o agli allevamenti. Dove ci sono problemi, bisogna poter intervenire: l’Ue abbia il coraggio di cambiare».

Dello stesso avviso il presidente dell’Atc6 Parma Claudio Alzapiedi. «Troppe le predazioni in Valceno, nella fascia tra Bore, Bardi e il Piacentino. Il lupo è un rischio sia per chi ha cani da caccia, sia per le ormai poche attività agrosilvopastorali, che dovremmo difendere. Il problema va affrontato. Come? Certamente non con irricevibili proposte di reti e recinzioni: la montagna deve essere aperta e fruibile a tutti. Serve un punto di equilibrio e dobbiamo poter intervenire prima che la situazione sfugga di mano».

Monica Rossi

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