×
×
☰ MENU

SALUTE

Ernia del disco: la colpa non è solo di invecchiamento, obesità e sforzi eccessivi. C'è anche una predisposizione

Nel 90% dei casi la terapia è farmacologica e fisioterapica. Ma nel 10% dei casi serve la chirurgia

Ernia del disco: la colpa non è solo di invecchiamento, obesità e sforzi eccessivi. C'è anche una predisposizione

08 Novembre 2024, 16:05

Avete dolore alla schiena con intorpidimento o formicolio alle gambe? Potreste essere affetti da ernia del disco.
Abbiamo chiesto a Giovanni Case
ro, ortopedico, specialista in chirurgia della colonna vertebrale della casa di cura Città di Parma, in che cosa consiste questa patologia.
«L'ernia del disco è una fuoriuscita del disco intervertebrale dalla sua sede naturale. I dischi intervertebrali sono dei cuscinetti che garantiscono il sostegno e i movimenti naturali alla colonna vertebrale e impediscono ai corpi vertebrali di entrare in contatto, preservando tra l’altro le vertebre dall’artrosi. Sono composti da una parte interna gommosa più morbida, il nucleo polposo, e da una parte esterna fibrosa e dura, l’anulus - spiega Casero - L’ernia del disco si verifica quando il materiale gelatinoso fuoriesce dai dischi per la rottura della parte esterna. Questo causa la compressione e l’irritazione dei nervi spinali che circondano la colonna, determinando un dolore spesso insopportabile, con o senza movimento, a schiena e gambe».

Quali sono le cause dell’ernia del disco?
«L’ernia del disco è il risultato di una graduale usura degli elementi della colonna vertebrale. Questa condizione può essere legata all’invecchiamento ma anche a sforzi importanti, a lavori pesanti. Con il tempo i dischi intervertebrali perdono il loro contenuto acquoso e le loro preziose fibre: questo ne determina una minore resistenza e flessibilità. Le cause traumatiche o violente che possono determinare un’ernia vanno dall’attività sportiva intensa (utilizzo di pesi) a movimenti improvvisi con scatti e torsioni eccessive, a trasporto di oggetti estremamente pesanti, fino a cadute sulla schiena».

Quali sono i sintomi dell’ernia del disco?
«L’ernia del disco non è sempre necessariamente dolorosa. I sintomi variano a seconda dell’età, delle dimensioni, e della localizzazione dell’ernia. Quando è sintomatica, in genere si ha dolore spesso intenso e tale da compromettere la possibilità di muoversi normalmente. Dolore che può irradiarsi alle gambe e alle braccia a seconda del punto della colonna colpito dall’ernia. Se la rottura del disco si ha a livello cervicale, il dolore in genere è irradiato alle braccia, se a livello lombare, alle gambe. Si può avere anche intorpidimento e formicolio agli arti e debolezza che comporta difficoltà a muoversi o ad afferrare oggetti. In alcuni casi l’infiammazione dei nervi, generalmente nella parte lombare della schiena, può interferire con il funzionamento della vescica o dell’intestino».

Cosa si può fare per prevenire?
«La prevenzione dell’ernia del disco parte da un corretto stile di vita: controllare del peso corporeo, mantenere un buon tono muscolare e flessibilità, evitare posture scorrette durante il lavoro o lo studio o la mobilizzazione dei carichi. Purtroppo non sempre questi accorgimenti sono sufficienti a prevenire l’ernia discale, infatti esiste una predisposizione o familiarità per questa patologia, legata alla qualità del disco intervertebrale. Sicuramente però seguire buone regole di vita riduce notevolmente il rischio di incorrere nella patologia».

Quali sono le terapie a disposizione?
«Il 90% delle ernie discali sintomatiche vengono trattate conservativamente, ovvero con farmaci Fans e/o cortisonici uniti a farmaci neutrofici (ovvero che agiscono sul sistema nervoso) e una buona dose di fisioterapia, ovviamente dopo un iniziale periodo di riposo. Molto spesso, nei casi più sintomatici, è utile integrare anche la figura del terapista del dolore che, tramite infiltrazioni mirate, velocizza la risoluzione dell’infiammazione. Per il restante 10% dei casi è necessario un intervento chirurgico per asportare il frammento erniario che comprime il nervo. Attualmente l’intervento viene svolto in microchirurgia oppure in endoscopia, per minimizzare il danno alle strutture muscolari della schiena, e richiede una degenza molto breve».
red.sal.



Giovanni Casero
Ortopedico, specialista in chirurgia della colonna vertebrale della casa di cura Città di Parma.

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI