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lite nata a scuola

Tredicenne picchiato da un coetaneo: gli altri ragazzini riprendono con il cellulare

Tredicenne picchiato da un coetaneo: gli altri ragazzini riprendono con il cellulare

di Luca Pelagatti

08 Novembre 2024, 03:01

In casi come questi si casca sempre nella stessa frase: sembra la scena di un film. Ed è proprio così, quei pugni in faccia sono come quelli delle pellicole d'azione e quel piazzaletto, piante macilente e muretti sbrecciati, ricorda gli scenari delle serie tv di tendenza. Quelle dove il boss amministra la giustizia con poche parole e molte mazzate.

Peccato però che questo non sia un film, che i pugni fanno male e lasciano i lividi per davvero, che quel parchetto è proprio sotto le nostre case e non tra le Vele di una qualche lontana Scampia. E soprattutto che quelli non sono attori: ma ragazzini di 13 anni.

Tra i giovanissimi serpeggiano da tempo una violenza e una rabbia difficili persino raccontare, lo sappiamo. Ma l'ultimo episodio accaduto in città sembra andare oltre: perché la vittima è un ragazzo che frequenta la seconda media, chi lo picchia è un suo coetaneo. E ovviamente ci sono altri intorno che si guardano bene dall'intervenire: ma si premurano di riprendere tutto col telefono.

Il fatto è accaduto qualche giorno fa e, come detto, riguarda dei ragazzi nati nel 2011, tutti studenti della Parmigianino. In particolare uno di loro, che qualche tempo prima aveva battibeccato con un coetaneo, è stato raggiunto da una telefonata. Il tono e lo stile, anche quelli, paiono proprio clonati da un film: «Io e te dobbiamo vederci, serve un chiarimento», ha intimato uno dei ragazzi e l'altro, convinto che forse volesse davvero parlare si è presentato al parco. Inutile dirlo: quello non voleva confrontarsi ma fare male. Lo rivela il video girato da altri ragazzi dove si vede il tredicenne che colpisce più volte al volto il coetaneo che finisce pure a terra. E anche li altri colpi diritti al volto e pure un calcio. L'ultimo fotogramma mostra il ragazzino smarrito che si tocca il volto dolorante. Ed è una immagine che lascia sgomenti.

Ma lui, la vittima, per quanto malconcio e umiliato, si è ben guardato dal parlare, dal chiedere aiuto. E' tornato a casa e ha fatto finta di nulla, non ha raccontato nulla ai genitori che sono venuti a saperlo per caso, solo dopo qualche giorno. Quando l'altro figlio li ha avvisati.

Come è normale i genitori sono immediatamente andati in caserma e hanno sporto regolare denuncia ai carabinieri che, con le cautele del caso, stanno lavorando sull'accaduto. Ma stiamo parlando di giovanissimi, ricordiamolo: il Codice stabilisce che fino a 14 anni non si è neppure imputabili. Anche se questi sono tanto piccoli quanto aggressivi. Lo dimostra quanto accaduto qualche giorno dopo, quando la madre del ragazzino davanti alla scuola ha incrociato quello che ha ritenuto essere il fratello dell'aggressore del figlio. E lo ha sentito chiaramente che diceva: «Lo portiamo lontano da scuola e lo picchiamo».

Lei ha intuito che fosse in preparazione un nuovo agguato e ha affrontato il giovane che ha reagito con violenza. Sono dovuti arrivare gli agenti della polizia locale, in servizio intorno alle scuole, e persino gli uomini delle volanti che hanno identificato tutti. E anche questa storia è finita su una integrazione della denuncia.

Ora, tutto sembra essersi fermato, la vicenda potrebbe chiudersi qui. Ma si sa che le braci profonde impiegano poco a propagare un incendio.

«E' una vicenda per la quale abbiamo fatto le segnalazioni del caso», racconta il dirigente scolastico Antonino Candela che spiega come l'istituto svolga regolarmente attività contro la la violenza, il bullismo. Ma che la situazione, ovviamente non solo in questa scuola, è difficile.

«I ragazzi sono spesso violenti, aggressivi, tendono a prevaricare. Talvolta ne derivano situazioni anche gravi che noi ovviamente controlliamo. Ma una cosa è quello che accade nella scuola, altre sono quelle che avvengono all'esterno: qui intorno ci sono poi molti istituti e qui gravitano molti studenti che arrivano da altre parti. Ecco perché, in accordo con altri dirigenti abbiamo chiesto una maggiore vigilanza delle forze dell'ordine con una presenza di una pattuglia in questo settore del centro storico».

Lampeggianti e divise vicino alle scuole: anche questa pare una cosa da film. Ma, purtroppo, è realtà.

Presidio di sicurezza

Sulla vicenda dell'aggressione con spray urticante ad uno studente nei pressi dell'istituto Marconi interviene anche il consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Giuseppe Tramuta che sostiene come «ogni giorno negli orari di entrata e uscita dalle scuole si registrano atti di violenza e spaccio Serve un presidio della polizia locale per garantire sicurezza e prevenire questi reati gestendo l'afflusso e il deflusso. Sarebbe essenziale anche coinvolgere le associazioni di volontariato della polizia di Stato e carabinieri».

Luca Pelagatti

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