Personaggio
Una voce particolare, un modo di interpretare i personaggi attenta a rispettare il volere del compositore: e via via una capacità suggestiva molto intensa ma sempre misurata mai eccedendo in portamenti esagerati.
Già ripercorrendone la biografia si capisce lo spirito di Anna Maria Chiuri: nata da famiglia calabrese trasferitasi a San Candido, Sud Tirolo o Alto Adige. Ai genitori deve la musicalità del cognome significante «fiori» e che evoca il ripetuto canto bitonale di un uccello notturno. La musica, sottoforma di canto la appassiona fin da bambina soprattutto nei motivi natalizi in tedesco. Ed eccola nel coro a cantare Bach e Buxteude, Schuz e Haendel. Poi lo studio al Liceo Classico e l’università a Parma: ma sceglie una facoltà fattiva, studia Chimica e tecniche farmacologiche: intanto si diploma in canto al conservatorio Arrigo Boito e si perfezionerà a Milano sotto la guida di Franco Corelli, leggendario tenore tra i più grandi in assoluto. Per sette anni, dal 1993 al Duemila Anna Maria Chiuri sarà un soprano di ottimo livello. «Ma la voce mi scappava via non felice dei personaggi sopranili, bellissimi, certo», spiega la Chiuri, «ma troppo bisognosi di atletismo. La mia voce aveva bisogno di sincerità, di dare vita a personaggi densi di carattere, anche cattivi, in grado di rappresentare il dolore e la disperazione: diventa mezzosoprano. E mai cambiamento fu più fruttuoso. Anna Maria Chiuri canta nei più prestigiosi teatri del mondo, sotto la guida dei più famosi direttori, in un repertorio vasto, da Verdi a Wagner, da Rossini a Nono, da Donizetti a Vittorio Gnecchi, il musicista milanese autore di «Cassandra», opera al centro di una vicenda poco edificante. Gnecchi rampollo di un famiglia della Milano miliardaria, compone «Cassandra» e, cultore di Richard Strauss, gli manda la partitura: anni dopo nell’Elektra Straussiana risuonerà lo stesso identico accordo esistente in «Cassandra» andata in scena la prima volta diretta da Toscanini. Un plagio? Un furto involontario? Strauss in persona liquidò la faccenda una volta che diresse alla Scala. Certo è che il prestigio del musicista monacense era immenso e … intoccabile.
Anna Maria Chiuri, artista e persona particolare: si è innamorata di Piacenza, città di chiese e caserme, di caratteri duri, nemica dell’esibizione di ricchezza. E di conseguenza ama moltissimo le colline piacentine. Travo e Vicobarone su tutti. Ortrugo e Gutturnio, tortelli a caramella, coppa e bortellina: e il panorama di castelli e magioni, un Eden bonario a mezz’ora di macchina: e chi la smuove più l’Anna Maria Chiuri dal cognome che suona come il «chiù-rì» di un uccello notturno dell’Appennino piacentino? Alle ore 16.30 domani nel Museo Tebaldi di Busseto. Il concerto di canto degli allievi della Chiuri Soprani: Sara Scippe, Serena Acri, Jisoo Jeong, Jin Harim; Mezzoprano Jiu Shanbin. Basso Cheong Kyngho. Bass bariton: Jiu Shambin e Zhu Jurnu. Tenori: Lee Eunchan e Choi Teasung.
Vittorio Testa
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