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CABARET

Teresa Mannino trionfa al Regio - Le foto

Teresa Mannino trionfa al Regio - Le foto

09 Novembre 2024, 03:01

Una grande apertura per la tre giorni firmata Teresa Mannino iniziata con furore ieri sera nella meravigliosa cornice del teatro Regio: primo spettacolo cui seguiranno gli appuntamenti di stasera e domani alle 21. Lo strepitoso successo de «Il giaguaro mi guarda storto» tocca così la nostra città grazie alla sinergia data dall’incontro di Caos Organizzazione Spettacoli col contributo organizzativo di Arci Parma.

La rassegna «Tutti a teatro» giunta alla decima edizione accoglie così l’eccelsa comica siciliana che ha salutato sardonica una platea scalpitante.

«A Forlì mi hanno fatto l’applauso più lungo: su, fate meglio -. è immediatamente seguita una roboante standing ovation -. Ma ditemi, dai: siete tutti di Parma? Ci sono i parmigiani veri o tutti terroni come me siete? Eccole là, quelle dal loggione che sono di Palermo: sono perseguitata dai meridionali. Ma bravi pure quelli di Parma anche se hanno fatto meno strada».

La prima riflessione che ha toccato subito i cuori del teatro gremito è stata dedicata all’ultimo momento parmigiano di Mannino: «Ci tengo a ricominciare dallo scorso spettacolo fatto prima della pandemia che risale al 23 febbraio 2020. Così come ogni volta in cui concludevo una tappa della scorsa tournée citavo Kurt Vonnegut: “Come dovremmo comportarci durante l’Apocalisse?”. Ebbene, mai avrei immaginato che l’avremmo vissuta per davvero. Diceva sempre lo scrittore che “dovremmo anche finirla di essere tanto seri”: solo ora capisco quanto avesse ragione. Perché a sparire non siamo stati noi, ma i nostri desideri: ecco stasera cerchiamo di riprenderceli». A questo punto l’abilissima comica ha riscaldato il clima profondamente emotivo, ripercorrendo la tematica del desiderio sin dai tempi della propria infanzia siciliana. «Fra i miei tanti sogni di bambina c’era il Csa: il club alpino siciliano - il teatro ha prodotto un boato di risate sguaiate -. Giuro, esiste pure oggi! Io amavo la montagna e desideravo unicamente andare a Bardonecchia. Le altre ragazzine avevano appeso il poster di Simon Le Bon: io avevo invece quello del sindaco di Bardonecchia, il dottor Mario Corina». Paragonando lo stesso sogno di bambina attraverso gli occhi dell’età adulta la siciliana ha così descritto le esperienze montane attuali: «Io poi ci sono andata in montagna, eh! Da sola, in quel posto gelido chiamato Bardonecchia: temperatura percepita meno dodici! Per sciare devi essere tutta coibentata e ti servono mille cose: la calzamaglia, i calzettoni, il maglione, la giaccona, il cappellino… se questo è divertimento, non mi sono divertita».

Giocando con abilità sulla potente discrasia fra voglie e realtà, Mannino ha così descritto coloritamente il conflitto fra un passato sognante e i momenti presenti tratteggiando un lucido ritratto del desiderio nella contemporaneità. Lunghi e calorosissimi applausi al termine della travolgente serata.

Alessandro Frontoni

© Riproduzione riservata

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