Paura ad Alberi
«Quella fucilata poteva avere conseguenze anche peggiori. Sono ancora arrabbiatissimo». Non ha ancora sbollito la collera un cinquantenne parmigiano che ha avuto un incontro «un po' troppo ravvicinato» con un gruppetto di cacciatori, uno dei quali si è messo a sparare a una preda quando lui era nelle vicinanze. «E dire che mi aveva visto molto bene» sospira.
L'episodio che, va detto, non ha avuto alcuna conseguenza né sul piano di eventuali feriti né su quello penale, ma comunque deve far riflettere, è accaduto nella mattinata di due sabati fa. «Intorno alle 10,30 - racconta il cinquantenne - sono andato, assieme a una mia amica, a fare una passeggiata in quella carraia che parte da Alberi di Vigatto e costeggia la Parma. Entrambi eravamo con i nostri cani. È una zona molto frequentata da gente che passeggia, fa sport o porta in giro gli animali». A un certo punto i due amici incontrano tre cacciatori. «Erano, uno dall'altro, a una decina di metri di distanza - continua -, abbiamo superato il primo, l'abbiamo salutato anche per dire “guardate che ci siamo” e abbiamo proseguito». Poi succede qualcosa. «Arrivati dov'era il secondo cacciatore - prosegue -, ho sentito il mio cane irrigidirsi come se avesse sentito qualcosa. In un lampo, una lepre ha attraversato la carraia e il cacciatore che avevamo salutato poco prima ha sollevato il fucile e ha sparato verso la lepre. Non proprio nella nostra direzione, ma non lontano da noi. Saremo stati a una decina di metri e abbiamo sentito un bel botto. Ci siamo spaventati, noi e gli animali, e devo ammettere che ho perso la calma. Ho chiesto ragione al cacciatore che mi ha risposto di “aver sparato alla lepre”. Però nelle vicinanze c'eravamo noi». Dopo qualche colorito scambio di opinioni, che non è andata oltre le parole, il cinquantenne ha preso la via di casa. «Anche se ci trovavamo in una carraia - aggiunge -, eravamo pur sempre in un luogo pubblico e loro credo che avrebbero avuto l'obbligo di tenere il fucile aperto in presenza di altre persone. Precauzione che non hanno preso dal momento che uno di loro ha anche sparato. Devo dire che l'unico ad alzare il tono della voce sono stato io ma credo di essere stato dalla parte della ragione. Ci siamo sentiti in pericolo e loro, che erano armati, dovrebbero essere più responsabili». Nella tensione, l'uomo non ha neppure notato se poi la lepre quel cacciatore era riuscito a centrarla. «Anche se è successo una settimana fa - conclude - non mi è ancora passata. Comunque, per evitare altri “brutti incontri” questo sabato (ieri, ndr) ho portato il cane alla Parma Morta, che almeno è un'area protetta».
M.Cep.
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