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Lutto

«Igi» Pioli, il principe degli antiquari

«Igi» Pioli, il principe degli antiquari

di Lorenzo Sartorio

27 Novembre 2024, 03:01

L’antiquariato, un mondo. Addirittura un pianeta fatto di tanti collezionisti, intenditori, raffinati conoscitori, ma anche da persone che, a volte, hanno ferito questo settore con comportamenti poco lineari.

Gian Luigi (per gli amici «Igi») Pioli, scomparso nei giorni scorsi all’età di 90 anni, l’antiquariato lo ha onorato con la sua profonda e vastissima cultura, la sua grande conoscenza del settore e con quella sensibilità che può possedere solo una persona che si emoziona, fino a commuoversi, nell’ammirare certi pezzi frutto dell’ars creativa dei maestri del passato siano essi stati pittori, scultori, incisori, ebanisti o decoratori.

Parmigiano del sasso, il padre Piero fu direttore generale della Cassa di Risparmio di Parma, dopo gli studi classici al liceo Romagnosi, si laureò in Economia e Commercio all’Università di Bologna. Per anni dirigente nell’azienda di famiglia (Borsari), negli anni ‘70 , decise di dedicarsi a tempo pieno a quella passione che cullava da sempre nel suo animo gentile: l’antiquariato. Nei suoi studi, prima in Borgo della Posta e poi in Borgo Nazario Sauro, si trovava con alcuni amici, artisti ed intellettuali, dando vita ad una sorta di salotto dove le padrone di casa erano la cultura e l’arte, quella vera. «Igi» amava molto l’antiquariato, ma in modo particolare quei pezzi liberty e décò che riuscì a scovare in mercati italiani ed esteri e da importanti collezionisti al punto di venire in possesso di autentici capolavori che poi sottoponeva al giudizio ed al gusto della sua selezionata clientela.

Amava tantissimo anche i viaggi , Pioli, che effettuava insieme alla moglie Mariolina con la quale si sposò nel 1961 e dalla quale rimase vedovo tre anni fa. Una donna affascinante, colta e dolcissima a cui Gian Luigi era legatissimo.

Anche la musica faceva parte dei suoi hobby, dalla classica alla lirica, come pure amava trascorrere le vacanze in montagna tra la pax di quelle cime che, per lui, erano opere di quel Grande Artista dell’Universo del quale era affascinato dal mistero.

«Un amicizia antica e sincera quella con Igi» confessa Luigi Cirimelli. «Un’amicizia iniziata 50 anni fa, tant’è che negli anni ‘70, con «Igi» ed altri amici, ci incontravamo quasi tutti i giorni e, tutte le volte, «Igi», ci stupiva mostrandoci quei tesori di cui la sua casa era divenuta uno scrigno. Carattere affabile, battuta sempre pronta, raffinata ed ironica, è stato un grande conoscitore d’arte stimato da tanti studiosi, artisti ed organizzatori di mostre per la sua serietà e competenza in materia».

«Curioso, bizzarro e futurista», cosi lo definisce Stefano Spagnoli amico fraterno di Pioli . «Aveva innate capacità ironiche ed autoironiche. Inesauribile lettore di giornali riusciva sempre e scovare la vena ironica in ogni argomento. E’ stato un intelligente collezionista ed un illuminato conoscitore d’arte che, pur non abdicando alla tradizione, apprezzò anche l’art nouveau simbolo di liberà e bellezza. La sua casa era un museo oltre che un salotto culturale frequentato da illustri personaggi come i grandi imprenditori Landini e Barilla, oltre al notaio Ninetto Bocelli. Un uomo, «Igi» , la cui conoscenza artistica spaziava in galassie a tanti sconosciute, atteggiamento tipico dell’intellettuale di razza».

Era legatissimo ai figli Tito, antiquario e scrittore, che prosegue l’attività del padre, ed Elena, insegnante.

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