Lutto
Genio e sregolatezza, estroverso, entusiasta della vita, regista e sceneggiatore di tutti gli spettacoli dei fratelli, animatore nato con un animo ribelle, non sopportava le ingiustizie, non poteva che finire a fare il sindacalista: così Lucio Rossi tratteggia la figura del fratello Corrado, che se ne è andato domenica a 83 anni, dopo una vita spesa in buona parte a sostenere la causa dei lavoratori come dirigente della Cgil e conclusa come volontario Auser, di cui è stato a lungo presidente.
Corrado Rossi, nato a Parma, passò l’infanzia a Zibello, dove il padre era medico condotto. Lui, quarto di 8 figli, nacque nel 1941 in tempo di guerra: «Il suo secondo nome – rivela Lucio – è Salvatore perché la sua nascita salvò nostro padre dall’inevitabile destino di essere spedito in Russia come medico militare. Ed è facile pensare come sarebbe andata a finire: noi quattro che siamo arrivati dopo non saremmo mai nati». Il primo impiego di Corrado fu presso un’azienda edile di Fidenza a partecipazione pubblica che si occupava di manutenzioni autostradali.
Divenne presto delegato sindacale della Cgil, e tale restò fino a quando, nel maggio del 1975, Valerio Bersiga, allora segretario degli edili, decise di chiamarlo accanto a sé come funzionario Cgil. «Corrado – ricorda Bersiga – era un sindacalista di valore, aveva grande comunicativa e sapeva rendersi simpatico, era positivo, sapeva stare vicino alle persone e ha sempre svolto bene i suoi compiti nella Cgil, dove ha lasciato un ottimo ricordo».
Dopo il primo periodo nella Fillea (Edili), divenne segretario della Filcam (lavoratori del commercio), poi si occupò di trasporti e di funzione pubblica, e quindi nel 1998 divenne segretario organizzativo del Sindacato Pensionati SPI. «Come sindacalista – ebbe a dire lui stesso in un’intervista – ho vissuto una solidarietà che ora vedo sparire, quella solidarietà che ho sperimentato nelle occupazioni delle fabbriche e in tante vertenze sindacali, fra le quali quella emblematica che ha preceduto la fine della Salvarani. Quando mi occupavo anche di Autogrill, ricevetti un cestone di Natale dalla Fini, lo restituii, perché sono convinto che ognuno deve stare libero nel suo ruolo. Oggi c‘è bisogno di portatori di verità: ragazzi – è il suo testamento – costruite il futuro insieme a noi».
I suoi ultimi anni di attività Corrado Rossi li ha spesi nell’Auser, di cui è stato presidente per oltre 9 anni dal 2005 al 2014: «Negli ultimi 6 anni Corrado ha portato il numero dei volontari da meno di 1000 a 1600 – ricorda Paolo Bertoletti, attuale presidente di Auser – ha firmato la convenzione con l’Ausl, era un vulcano di iniziative ed ha portato molti elementi di innovazione. Anche negli ultimi anni è sempre rimasto come volontario: durante il Covid prestava servizio all’Agenzia delle Entrate per informare e verificare gli strumenti di protezione, ed ha continuato fino al 2022. Per me era un grande amico, affabile, brillante, aperto e corretto, era un uomo di organizzazione, si discuteva solo per migliorare. Con lui si stava volentieri».
«Era un estratto di simpatia – conferma il fratello Lucio – purtroppo il fumo non gliela ha perdonata. In tutti i ruoli era benvoluto ed era stimato anche dalle controparti per spirito costruttivo e capacità di mediazione. Corrado era un coraggioso, sapeva stare in mezzo alla gente» .Corrado Rossi lascia la figlia Simona con Michele, la compagna Anna, i fratelli Rosanna, Alessandro, Pier Giorgio, Nicoletta e Lucio. Le esequie verranno celebrate domani con partenza alle 14,45 dall’Ospedale Maggiore per il Tempio di Valera.
Antonio Bertoncini
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