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Fauna selvatica

Convenzione di Berna: «Il lupo non è più specie strettamente protetta»

Convenzione di Berna: «Il lupo non è più specie strettamente protetta»

di Maria Chiara Pezzani

04 Dicembre 2024, 03:01

Cambia lo status di protezione del lupo: da «strettamente protetto» a «protetto». Lo ha deciso ieri il voto del Comitato permanente della Convenzione di Berna, a seguito di una proposta, sulla base di un’analisi dello status del lupo nella Ue, del 2023 della Commissione europea, adottata dal consiglio nel settembre 2024. In concreto questa declassificazione comporterà, dalla sua entrata in vigore il 7 marzo 2025, la possibilità da parte della Ue di adattare i corrispondenti allegati della Direttiva Habitat; una modifica legislativa mirata, che dovrà essere adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Ogni paese avrà la facoltà di gestire con maggiore flessibilità le popolazioni locali di lupo, che rimane comunque una specie protetta.

Una decisione che giunge dopo anni in cui si è registrata ad una crescita importante della popolazione dei lupi, in particolare in Italia, che se da un lato è un fattore positivo per la conservazione della specie, dall’altro ha comportato un aumento delle predazioni, con importanti danni alle attività agricole ma non solo. Nelle ultime settimane, per citare alcuni episodi che abbiamo riportato, solo nel nostro territorio i lupi avevano ucciso un intero gregge di 22 pecore nel territorio di Langhirano e cinque cani che si trovavano nel giardino o poco distanti dalle loro abitazioni sono stati predati nel comune di Tizzano. Episodi quest’ultimi che hanno evidenziato anche la facilità con cui si avvicinano alle case.

Una situazione che nel tempo ha accresciuto la preoccupazione delle persone, accompagnata dagli appelli delle istituzioni perché si affrontasse in modo diverso la situazione. Ieri la notizia del declassamento, accolta da Confagricoltura come «un passo importante per frenare l’espansione incontrollata dei predatori».

«Il cambio di status è stato richiesto da tempo anche da Confagricoltura Parma - commenta il presidente Roberto Gelfi - risponde all’esigenza di guardare in modo pragmatico ad una realtà dei fatti che, nel quotidiano, ci racconta come siano sempre più frequenti gli attacchi dei lupi alle aziende agricole. Solo pochi giorni fa i lupi hanno provocato ingenti danni in due aziende nostre associate nella zona di Solignano. Il ripetersi di questi episodi in tutto il Parmense dimostra come sia necessaria una riflessione approfondita per contenere l’espansione incontrollata dei predatori. Garantire sicurezza alle aziende agricole, specie in territori periferici come quelli di montagna, è fondamentale per fare in modo che gli agricoltori possano restare in queste zone, garantendo la loro azione di presidio. A trarne beneficio sarebbero, inoltre, anche le attività agrituristiche vista l’attuale diffusione di un clima di insicurezza in alcune zone a seguito degli attacchi dei lupi».

Del parere contrario invece le associazioni ambientaliste come Wwf, secondo la quale la decisione «va contro il parere degli esperti e della scienza, ci riporta indietro di mezzo secolo e apre una strada pericolosa per il futuro della conservazione della natura in Europa».

Maria Chiara Pezzani

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