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L'arrivederci di Parma al generale Giuliano Ferrari

L'arrivederci di Parma al generale Giuliano Ferrari

di Chiara De Carli

08 Dicembre 2024, 03:01

Fra pochi giorni, il generale degli Alpini Giuliano Ferrari saluterà Parma per trasferirsi con la moglie Silvana in Friuli Venezia Giulia, dove già vive la figlia maggiore. Una scelta dettata dal desiderio di avvicinarsi alla famiglia, ma che lascia un vuoto importante nella comunità parmense, tra gli Alpini, che lo hanno sempre considerato una guida, e i tanti amici che lo hanno conosciuto e apprezzato.

La sua partenza, però, non segna affatto un addio, ma l’inizio di un nuovo capitolo: in fondo, lo spirito dell’Alpino è quello di chi sa affrontare ogni salita con tenacia e guarda sempre oltre l’orizzonte senza dimenticare le proprie radici. La straordinaria carriera di Giuliano Ferrari resterà comunque un motivo di orgoglio per Parma.

Iniziata sui banchi del liceo Marconi, dove la sua curiosità e il suo amore per la cultura erano già evidenti, la sua avventura di vita è proseguita all’Accademia Militare di Modena, scelta nel 1959. E, nel mezzo, c’è stato spazio anche per un’interessante parentesi come giovane cronista e critico cinematografico per Il Resto del Carlino e la Gazzetta di Parma. Tuttavia, fu tra le montagne che trovò la sua vera strada, affrontando sfide impegnative e vivendo la fratellanza unica che contraddistingue le truppe alpine. Conclusi gli studi militari con la laurea in Scienze Strategiche, fu assegnato al 7° Reggimento Alpini ad Agordo, dove iniziò un cammino professionale e umano che lo avrebbe portato a guidare uomini in momenti cruciali, come comandante del battaglione «Feltre» e della Brigata Julia. Gli alpini che passarono sotto la sua guida, non trovarono solo un leader, ma un uomo che sapeva ascoltare, valorizzare, costruire fiducia. E nella sua brillante carriera, Ferrari ha portato i valori degli Alpini nel mondo, in missioni internazionali con la Nato e le Nazioni Unite, distinguendosi per competenza e per la capacità di creare relazioni solide in contesti complessi. Ma il suo servizio non si è limitato all’ambito operativo. Ha ricoperto ruoli fondamentali in ambito formativo e strategico, contribuendo alla modernizzazione delle Truppe Alpine e alla formazione di nuove generazioni di ufficiali. Qui, la rara capacità di unire disciplina e visione lo hanno reso un leader rispettato ovunque.

Al momento del congedo, il 22 dicembre 1997, Ferrari ha scelto di tornare a Parma, ma il legame con le penne nere non si è allentato. Tesserato del Gruppo Alpini di Medesano, in questi anni sono state le tante attività che lo hanno visto impegnato. Tra tutte, spicca il coordinamento della 78ª adunata nazionale degli Alpini a Parma nel 2005, un evento che ha richiesto mesi di lavoro intenso e che rimane scolpito nella memoria come uno dei più partecipati e riusciti nella storia dell’associazione. E non poteva esserci riconoscimento più meritato di quello che gli è stato conferito nel 2021: la nomina a presidente onorario della sezione Ana di Parma («La decorazione di cui vado più orgoglioso», ha confessato più volte). Un «titolo» che non si basa solo su medaglie o incarichi prestigiosi, ma sul rispetto e l’affetto profondo di chi ha avuto il privilegio di lavorare al suo fianco.

Giuliano Ferrari non è però solo un generale o un alpino: è un uomo dalle mille sfaccettature, capace di sorprendere e ispirare in ogni ambito. La sua passione per la natura si riflette nel giardino rigoglioso che ha curato con pazienza e amore, tanto da fare invidia anche ai vivaisti più esperti. La sua conoscenza del mondo ornitologico gli è valsa premi internazionali e la presidenza onoraria dell’associazione Ornitofila parmense. E se il talento per il disegno ha riempito le pareti di casa di quadri che «tengono il passo» con quelli di artisti blasonati, la passione per la scrittura, mai abbandonata, lo ha portato a pubblicare due libri di successo - «Bestie da guerra», che esplora il ruolo degli animali nei conflitti, e «Homo Militaris», un’analisi approfondita della condizione militare - entrambi scritti a quattro mani con la figlia  Maddalena. Ma se c’è una cosa che caratterizza davvero Giuliano Ferrari e la moglie Silvana è la straordinaria capacità di accogliere. La loro casa, nella campagna parmense, è stata per anni un punto di riferimento per amici e conoscenti, che si ritrovavano attorno al grande tavolo sotto la «baita» ricreata nel cortile o nel salone per momenti di convivialità autentica e mai banale o per «bere qualcosa di fresco». Anche ora che il trasloco li porterà lontani, il legame con Parma e con gli Alpini si prepara a restare indissolubile. Il «suo» Gruppo sta già lavorando ad un gemellaggio con quello della sua prossima destinazione, mentre Ferrari ha promesso che tornerà a trovare i suoi amici e che la porta di casa sarà sempre aperta per loro. Perché, come ha scritto in una lettera indirizzata agli alpini, il suo cuore rimane qui: «Pronto a battere di gioia ogni volta che potrà ritrovare gli amici di sempre e il calore della comunità parmigiana».

Chiara De Carli

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