Qualità della vita
Spariglia le carte, l'indagine 2024 del «Sole 24 Ore»: inserendo nuovi parametri offre un'inquadratura diversa e probabilmente più calata sulla quotidianità e su ciò che, intrecciandosi, crea davvero ben o mal vivere. Lo stipendio rapportato al costo della casa e della vita, ad esempio. Le disuguaglianze, anche. «E io la trovo davvero molto interessante», commenta il sindaco di Parma Michele Guerra. È lui stesso a citare la non virtuosa 99esima posizione della nostra provincia in tema di diseguaglianze sul reddito: «A vedere i dati e il crollo di posizioni di città importanti, anche in Emilia, o il passaggio dal secondo al trentesimo di Firenze, la prima reazione è stata la sorpresa. In realtà, il quadro è in linea con il cambiamento che le città stanno affrontando».
«Pur prendendo anche oggi questa classifica con le pinze, va detto che non è paragonabile alle precedenti: non era mai stato calcolato che la qualità di vita potesse essere studiata anche nella differenza dei redditi netti - spiega -. Da due anni e mezzo diciamo che c'è una forbice sociale sempre più ampia, con molti ricchi, molti poveri e una classe media che si indebolisce e tende a oscillare verso il basso. Sarebbe facile sfilarcene e dire che non sono temi che competono all'amministrazione comunale, ma su questa base possiamo pensare se gli strumenti messi in campo sono quelli giusti e possono incidere». Una risposta se la dà già: «Sì, la nostra intenzione è quella di continuare a fare politiche di welfare ed educative: i ricchi vanno con le loro gambe, ma dei poveri c'è bisogno di occuparsene sempre di più».
Anche il presidente della Provincia Alessandro Fadda parte dai nuovi indicatori: «Nel divario tra redditi, non c’è ente locale che possa intervenire: quel che va fatto è a carattere nazionale, con la riduzione delle imposte indirette e nella ripartizione della ricchezza in un altro modo». Nella veste anche di sindaco è convinto che «quel che possiamo fare è continuare a dare servizi alla popolazione, considerato che di anno in anno nei diversi comuni ci sono nuove situazioni da fronteggiare e che non riguardano solo gli anziani, come si potrebbe pensare». Cita i giovani, la famiglie, le persone con disabilità: «È necessario intervenire sull'accesso ai servizi, anche se è sempre più difficile: le risorse che ci arrivano sono sempre più scarse».
Sul fronte di «Giustizia e sicurezza», una delle sei macro-aree prese in considerazione e l'unica con un lieve segno «più» - da 82esima a 80esima, però - arriva il «non c'è niente di patologico, ma soprattutto sul fronte dell'aggressività dei ragazzi dobbiamo rimboccarci tutti le maniche» del prefetto Antonio Garufi. «Basta polemiche - è il suo invito -: non accade solo a Parma e gridare allo scandalo non porta da nessuna parte. Piuttosto serve una coesione di intenti: incontriamo i ragazzi, minorenni e non, e offriamo loro prospettive. Questa è l'arma che intravedo».
Il riferimento è chiaro: «Siamo consapevoli che dobbiamo misurarci con una aggressività ai limiti della strafottenza di molti minorenni e non, che non hanno remore a palesarla e a esibirla, forse anche per crearsi una notorietà sui social. A inizio anno faremo un tavolo con una rappresentanza di dirigenti scolastici e con il Comune: tutti insieme dobbiamo spingere l'acceleratore sull'educazione dei ragazzi e cercare di catturare quelli che sono recuperabili». I dati emersi nell'indagine, continua, «li conosciamo bene e le forze dell'ordine sono attente su tutti i fronti. Che sono molteplici: non possiamo abbassare la guardia sulle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata e sulle esigenze di ordine pubblico di una città ormai grande».
Torna a sottolineare il cambio di «paniere». Gabriele Buia, presidente dell'Unione parmense degli industriali: «Gli indicatori entrati nel calcolo ci fanno scendere in classifica e va considerato che certi valori non sono più comparabili. Ma sicuramente sono tutti aspetti che dobbiamo tenere in considerazione». L'occhio è puntato soprattutto sulla diseguaglianza di reddito netto, sulla variazione del valore aggiunto pro capite e sull'inflazione, oltre che sul mercato immobiliare: «Gli alti canoni d'affitto e le mensilità aumentate per poter acquistare casa sono problemi noti e su cui si può cercare di intervenire, così come per affrontare le disuguaglianze. Come sistema socio-economico dovremo avere la forza di trovare strumenti comuni, individuare obiettivi di crescita e fare in modo che tutti siano concentrati su quelli».
r.c.
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