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PATTEGGIAMENTO

Un «sosia» per superare i test della patente, ma tutto salta

Un «sosia» per superare i test della patente, ma tutto salta

20 Dicembre 2024, 03:01

Era bastata l'attenzione di una funzionaria solerte della Motorizzazione per farlo cominciare a tremare. Appena l'aveva vista buttare l'occhio più volte sui suoi documenti, aveva pensato bene di tagliare la corda ancora prima di mettersi alla prova sui test per la patente. E i motivi - si scoprirà poco dopo - c'erano tutti: la carta d'identità elettronica e il permesso di soggiorno erano falsi. Inoltre, la foto sul fascicolo d'esame e sul certificato d'idoneità medica erano di un altro, un connazionale, anche un po' somigliante, ma non abbastanza per riuscire nell'impresa. E ieri, l'istigatore del piano, quello con il cui nome il candidato si era presentato all'esame - indiano, 38 anni, residente nella Bassa -, ha patteggiato 8 mesi davanti al gup Gabriella Orsi per concorso in falsità materiale e ideologica, oltre che per tentata falsità ideologica. Il giudice gli ha concesso la sospensione della pena, oltre alla non menzione nel casellario giudiziale. Per l'uomo fuggito dalla Motorizzazione, si è invece proceduto separatamente.

Ma torniamo a quell'11 luglio del 2022, quando uno straniero si era presentato alla Motorizzazione di via Chiavari come privatista per sostenere l'esame per la patente dell'auto. Pochi istanti dopo l'inizio del rituale controllo dei documenti, la funzionaria aveva avuto i primi dubbi sulla corrispondenza della foto della carta d'identità con quella del permesso di soggiorno. Così, aveva chiesto all'uomo di mostrargli il fascicolo d'esame. E lui stesso si era affrettato a dire che avrebbe potuto mostrare anche il passaporto, ma qualche secondo dopo aveva cambiato improvvisamente idea e si era allontanato dall'aula. Non si era nemmeno preoccupato di recuperare i documenti, che così erano rimasti nelle mani della funzionaria, per poi essere sequestrati dalla polizia stradale. Ed ecco svelato l'arcano: la foto non era quella del «vero» 38enne indiano con il cui nome il candidato si era presentato all'esame, mentre la carta d'identità e il permesso di soggiorno, benché uguali a quelli originali, erano stati prodotti con tecniche di stampa diverse, quindi «taroccati».

Doppia beffa, quindi: niente patente e condanna per entrambi i complici.

G.Az.

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