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GERMANIA

«La strage del mercatino a poca distanza da casa nostra»: la testimonianza da Magdeburgo del maestro parmigiano Sebastiano Rolli

«La strage del mercatino a poca distanza da casa nostra»: la testimonianza da Magdeburgo del maestro parmigiano Sebastiano Rolli

di Luca Pelagatti

22 Dicembre 2024, 03:01

«Alle 14 di venerdì, più o meno, io e mia moglie eravamo li a fare spese, come sempre. Cinque ore dopo, nello stesso posto, è accaduto quel dramma».

Chi parla è Sebastiano Rolli, celebre direttore d'orchestra parmigiano. E il luogo di cui parla è Alter Markt, la via del centro di Magdeburgo dove Taleb Abdulmohsen, psichiatra cinquantenne originario dell'Arabia Saudita, ha trasformato la sua auto in una falce. Dietro si è lasciato i simboli del Natale distrutti, cinque vite spezzate e una scia di sangue e dolore.

«Io ero in città già da settimane perché sto preparando l'opera Capuleti e Montecchi di Bellini che dirigerò il 25 gennaio al Theater Magdeburg – spiega il musicista, studi al conservatorio Toschi e un ricco curriculum di successi al Regio e nei teatri di mezzo mondo. - Al momento dell'attacco ero in una sala prove con l'orchestra mentre mia moglie, per fortuna, era in casa. E il nostro appartamento è giusto a 500 metri di distanza, poco lontano dal teatro».

A ripensarci ora, con negli occhi le immagini di quello strazio, sembra impossibile che tutto sia successo proprio a due passi da casa.

«Magdeburgo, per di più, è una città molto tranquilla, un posto dove non penseresti mai che possano accadere simili tragedie. In Germania ci sono città più grandi, più complicate e con dinamiche sociali più difficili dove l'attenzione anche delle forze dell'ordine è, ovviamente, più alta. Magdeburgo, al contrario, è molto quieta. E l'attentato è avvenuto proprio nel suo cuore».

Una strada e una zona dove tutti passano, dove chi abita nel capoluogo della Sassonia va per fare un tuffo nell'atmosfera del Natale. E dove anche Sebastiano Rolli è passato chissà quante volte.

«Mi ripeto: ci siamo stati poche ore prima ma, in questo periodo ci siamo andati in decine di occasioni. Qui si trova il centro commerciale più bello e frequentato della città, ci sono i negozi più eleganti, qui si viene per bere il vin brulè e mangiare i dolci». Insomma, un nido di luci e calore dove è impossibile pensare che la festa si contamini con l'odio.

«La nostra fortuna è che io fossi impegnato nelle prove e che mia moglie abbia deciso di non uscire per andare a comprare i regali da distribuire nei prossimi giorni», conclude Rolli. E sottintesa resta la frase: altrimenti chissà cosa sarebbe potuto succedere.

Quello che è successo, comunque, è arrivato loro addosso come un macigno nel giro di pochi minuti: «Nella sala prove dove stavamo suonando ci hanno avvisato dell'attacco e naturalmente abbiamo sospeso le esecuzioni. Poi hanno iniziato ad arrivare le chiamate dall'Italia: le persone preoccupate, sentendo in tv dell'attentato, ci contattavano per sapere se stavamo bene, se fossimo rimasti coinvolti». E anche se non direttamente tutti, in realtà, sono rimasti coinvolti. «Rientrando mi sono trovato davanti una situazione da stato d'assedio: lampeggianti per le strade, sirene, elicotteri che volavano intorno». E quella acida sensazione di sgomento che, per forza, una simile esplosione di violenza porta con se. «Nel teatro dove dirigerò era in corso un concerto sinfonico che è stato interrotto, il pubblico è stato fatto uscire, nel foyer è stata organizzata una conferenza stampa». Insomma, la città è stata attraversata da una folata gelida da cui Rolli è stato sfiorato. «La sensazione per le strade era quella di una situazione da guerriglia».

E così è rimasto per ore, fino a notte fonda, con il rombo dei rotori sopra le case.

«Sono cose che lasciano sgomenti, conclude il maestro Rolli che nelle prossime ore tornerà a Parma. - La sensazione è che si stiano creando le condizioni per diffondere la paura, per una nuova strategia della tensione». Proprio l'opposto di quello che dovrebbe essere il Natale.

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