×
×
☰ MENU

Lutto

Addio a Paolo Banchini, manager con il rugby nel cuore

Addio a Paolo Banchini, manager con il rugby nel cuore

di Michele Ceparano

28 Dicembre 2024, 03:01

La famiglia, il lavoro e lo sport. In questo ultimo caso, il rugby. Un dirigente d'azienda capace e un uomo sorridente, pronto alla battuta e a suo agio in mezzo alle persone. Paolo Banchini se n'è andato giovedì sera a ottantadue anni, che aveva compiuto proprio la vigilia della Natale, accompagnato dall'affetto della sua grande famiglia e dei tanti amici che ne hanno apprezzato le grandi qualità umane. Uno di quelli, Paolo, si può affermare senza scadere nella retorica, che «tutta Parma conosceva».

Banchini nella nostra città fa rima con palla ovale. Figlio di Giuseppe, medico e presidente negli anni d'oro degli scudetti della Rugby Parma, Paolo era fratello di Giacomo, Stefano, storico giocatore gialloblù, e Franco. Una tradizione, seguita poi da figli e nipoti, che anche Paolo contribuì a portare avanti vestendo la maglia della Rugby Parma. Come ruolo era estremo o, come dicevano quelli della sua generazione, «arrière», in ossequio ai maestri francesi.

Figlio di un medico e fratello di medici, si laureò invece in giurisprudenza all'Università di Parma. Sposato con Enrica Manghi, che gli diede Giovanni, presidente e ad della Compagnia generale ripreseaeree ed ex vice presidente dell'Unione parmense degli industriali, Elisabetta e Carlotta, cominciò a lavorare alla «Vettori&Manghi», importante azienda del nostro territorio e leader negli impianti per la lavorazione alimentare conserviera. Il rugby, però, non lo abbandonò mai, tanto che fu presidente dell'Amatori, altra storica società ovale parmigiana e, quando poteva, non mancava sugli spalti del Lanfranchi.

Tanto sport e tanto lavoro. Dalla fine degli anni Sessanta, racconta il figlio Giovanni, «insieme all'ingegner Stefano Vettori, diresse la filiale dell'azienda in Spagna». Una carriera di successo quella di Banchini, tanto che sulla famosa rivista economica Capital negli anni Ottanta comparve il nome proprio del manager parmigiano che continuò a lavorare e fare consulenze per importanti aziende come la Rossi e Catelli. «Nonostante i suoi impegni che lo tenevano spesso in giro per il mondo - prosegue Giovanni -, è sempre stato un padre attento e premuroso, per noi figli, per i nipoti e i pronipoti». Uomo acuto, forse anche per rifarsi dei lunghi periodi passati lontano per lavoro, Paolo - il cui funerale sarà celebrato lunedì alle 10,45 con partenza dalla sala del commiato di viale della Villetta 16 per la chiesa di Sant'Uldarico in borgo Felino 6 - amava Parma e le cose semplici. La campagna, ad esempio, e in particolare la casa di Marzolara. Dove il tempo scorreva più dolce e lento.

Michele Ceparano

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI