Forse ucciso dal freddo
Lo cercavano da almeno quattro giorni. Ma era introvabile. Nessuno tra coloro che condividono la vita randagia delle ombre senza un nome che spesso sfioriamo nelle nostre strade lo aveva più visto da quando il 2024 era finito. E chissà se mentre la città era invasa dai brindisi e dal chiasso dei petardi lui era ancora vivo.
Oumuloud Moudloud, sessantaquattro anni, marocchino: sono queste le poche informazioni disponibili sull'uomo rinvenuto senza vita ieri mattina, intorno alle 12.20 in via Martiri delle Foibe a due passi da una baracca fatta di plastica, rami e disperazione. Per lui era probabilmente la cosa più simile ad una casa che era riuscito a mettere insieme: ma forse con il gelo che in queste notti arriva alle ossa quei teli non sono bastati a proteggerlo.
L'uomo, secondo le prime indiscrezioni, è stato trovato da una altra persona che era arrivata a quel giaciglio di fortuna nascosto tra gli alberi di questi strada stretta tra via Spezia e la tangenziale sud. Non avendo sue notizie era andato a cercarlo ma lo ha trovato a terra, riverso. Immediatamente è stato lanciato l'allarme sul posto è arrivata l'automedica del 118 ma era tardi. E gli operatori hanno solo potuto constatarne il decesso.
Naturalmente in quell'angolo di verde alle spalle del quartiere Parmamia sono arrivati anche i carabinieri che hanno iniziato ad analizzare la baracca e la zona circostante per cercare di ricostruire l'accaduto.
Il giaciglio di fortuna è stato ispezionato anche grazie alla presenza dei militari della Scientifica: e quello che è apparso evidente è che si trattava del rifugio di un disperato. A terra, in una cassetta di plastica un paio di piatti, borse di plastica, qualche fagotto con avanzi di cibo e bottigliette d'acqua oltre a qualche capo di abbigliamento appallottolato in una sacca.
Il passo successivo è stato controllare il corpo in cerca di tracce che potessero fare intuire la causa del decesso: ma, almeno ad un primo esame, non sono emersi segni di violenza tanto che l'ipotesi più probabile è quella di una morte naturale. A patto di ritenere naturale vivere così.
Il corpo è stato messo a disposizione dell'autorità giudiziaria che, certamente, disporrà l'autopsia per arrivare ad identificare la causa della morte. Il freddo intenso di queste ore, su un corpo segnato dalle condizioni di vita estreme potrebbe avere causato un malore fatale ma da parte degli investigatori si preferisce non pronunciarsi e rinviare ogni dichiarazioni ai prossimi giorni, dopo gli esami del caso.
Ma resta lo sgomento di fronte ad una vita finita così: tra gli sterpi e brandelli di plastica. In una devastante solitudine.
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