Terzo settore
Spesso anche due lavori non bastano. Con 1200 euro al mese e una famiglia sulle spalle bisogna scegliere: o si pagano le utenze o si compra da mangiare. Il volto della fragilità è cambiato profondamente negli ultimi tempi. E così alle sofferenze di sempre, si aggiungono nuove sofferenze, conseguenza diretta del lavoro sottopagato e del rincaro generale. Così l'Emporio solidale ha deciso di ampliare i suoi servizi. Oltre allo «storico» sportello di valutazione, in poco tempo sono stati aperti altri tre sportelli: quello dedicato al lavoro, alla salute e alla consulenza legale.
Il market solidale
«Quando le persone decidono di rivolgersi a noi, i volontari dello sportello di valutazione ascoltano e individuano le diverse esigenze - spiega il presidente Maurizio De Vitis -. Si indaga sulla persona, le sue condizioni familiari, lavorative, cercando di intercettare i bisogni sempre con molta sensibilità e discrezione». Le persone in difficoltà sono in aumento e non si tratta più solamente di chi non ha un lavoro o non ha una casa. «Ci sono tanti giovani che hanno una famiglia e per riuscire a mantenerla svolgono anche due lavori - spiega De Vitis -: lavori che, però, sono sottopagati e che sommati possono portare a un reddito mensile di 1200-1300 euro». Soldi che comunque «non bastano per garantire il pagamento delle utenze e della spesa - aggiunge il presidente -: così in molti sono costretti a scegliere. L'Emporio, con il market solidale, cerca almeno di garantire loro il cibo in tavola».
Il Market solidale è un vero e proprio supermercato con scaffali, frigoriferi, carrelli, prodotti, come quelli di ogni altro supermercato. È possibile fare la spesa grazie ad una tessera a punti nominale pre-caricata in base al numero di componenti del nucleo familiare.
Duemila famiglie aiutate
Questo sistema è funzionale a salvaguardare la dignità delle persone che hanno autonomia e responsabilità nella scelta di acquisto dei prodotti disponibili.
In totale, quest'anno «sono state garantite le spese alimentari per 2mila famiglie - informa De Vitis -: di cui 200 sono raggiunte con la consegna a domicilio: si tratta di un bisogno continuo a cui si fatica a stare dietro». Tanto che «abbiamo un centinaio di persone in attesa di ricevere la tessera con i punti per poter effettuare gratuitamente la spesa», aggiunge il presidente.
Diversi ostacoli
La richiesta di aiuto aumenta e cambiano anche le esigenze. Tra i principali ostacoli all'integrazione ci sono la lingua e la mancanza dell'auto per essere autonomi negli spostamenti. «La lingua diventa un ostacolo nel mondo del lavoro, in cui i datori chiedono almeno la conoscenza base dell'italiano anche per partecipare ai corsi obbligatori sulla sicurezza - riflette De Vitis -. Un altro ostacolo per molti è la mancanza dell'auto o della patente». Tra le persone più difficili da intercettare «ci sono le donne, che spesso conoscono poco la lingua e difficilmente si aprono con i volontari - aggiunge il presidente -. Anche per questo abbiamo deciso di istituire lo sportello salute: la speranza delle due volontarie che se ne occupano è quella di coinvolgere più donne possibili, anche per parlare di tematiche fondamentali come la contraccezione».
300 spese in un giorno
L'idea dell'emergenza è data anche dal numero di spese che sono state effettuate in un solo giorno durante il periodo natalizio: 300. E prima del Natale, è stata anche attivata un'altra catena di solidarietà: tante famiglie, associazioni e imprese hanno donato scatoloni e scatoloni di giocattoli nuovi per garantire a tutti i bambini il diritto alla felicità, permettendo loro di trovare sotto all'albero un pacchetto luccicante da scartare.
Una grande squadra
La città non si tira mai indietro. Sono tante le aziende del territorio, i singoli cittadini e le associazioni che supportano quotidianamente l'emporio solidale. In ultimo, proprio sotto le feste, è arrivata una grande sorpresa: Colser e Aurora Domus hanno donato ben 20mila euro per acquistare beni di prima necessità alle famiglie. Facendo un paragone, 20mila euro sono il ricavato delle Cena dei mille, che ogni anno dona la quota all'Emporio. Un'altra grande sorpresa aspetta l'Emporio solidale per il 2025.
Lo annuncia in anteprima lo stesso presidente, Maurizio De Vitis: «Fondazione Cariparma da quest’anno investirà di più nel progetto - fa sapere - per fare dell'Emporio solidale una struttura ancora più solida e capace di rispondere ai bisogni di tutti». Così, in quel supermercato non si comprano solo pacchi di pasta, riso, verdura e beni di prima necessità. Si può trovare, tra uno scaffale e l'altro, la possibilità di essere ascoltati.
Uno sguardo amico in cui sentirsi, in un attimo, compresi.
Anna Pinazzi
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