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Patrono

Fra guanti e scarpette, pranzi e concerti la tradizione vive

Fra guanti e scarpette, pranzi e concerti la tradizione vive

di Lorenzo Sartorio

14 Gennaio 2025, 03:01

Lo scorso anno, proprio a gennaio, Giuliano Masola e Chiara Cabassi realizzarono un’interessante pubblicazione per i caratteri di «Stamperia scrl Parma» ed il sostegno dell’Assessorato alla cultura del Comune di Parma. Il libro, impreziosito dai magnifici disegni in copertina del pittore Vittor Ugo Canetti, è titolato: «Il mercante di neve. I guanti bianchi del patrono di Parma». Un omaggio, dunque, a Sant’Ilario, nella sua veste di patrono della città ma anche di «marcànt da néva» unitamente ai «colleghi» santi che le nostre antiche tradizioni popolari indicano come tali: Santa Caterina (25 novembre «per Santa Catarén’na il vachi a la cadén’na), Santa Bibiana (2 dicembre), Santa Barbara (4 dicembre), Santa Lucia (13 dicembre) , Santo Stefano (26 dicembre), San Silvestro (31 dicembre), Sant’ Antonio Abate («Sant’Antònni dal gozèn» 17 gennaio), pet finire con San Paolo dei Segni (25 gennaio) e San Biagio (3 febbraio « Sian Biäz al g’a la neva sòtta al näz»).

Il libro di Masola e Cabassi esordisce con un simpaticissimo e parmigianissimo incipit. «Nel tempo di Natale che ogni città attraversa con passo lento e commosso, Parma si distingue per avere aggiunto un suggello speciale, una fine delle Feste che i parmigiani percepiscono definitivamente solo a partire dal 13 gennaio (festività di Sant’Ilario n.d.r.). Parma, aristocratica e ribelle, non accetta che sia la democratica Epifania o una vecchia popolana sdentata a portar via luci e baldorie. Al nuovo anno, ai giorni di lavoro, la città fa spazio dopo aver invocato la protezione del vescovo francese incamminatosi fin qui per rispondere alla chiamata dal Papa a difenderne la fede.

Il nuovo inizio scollina già un po' più in là, verso la metà di un mese freddo e insensibile (gennaio è il mese della «Merla» 29-30 -31, i giorni più gelidi dell’anno n.d.r.). Sembra ordito ad arte questo allungo di Natale che sospende tutto mettendo ancora una breve festa davanti».

La ricorrenza di Sant’Ilario è pure legata ad una leggenda letta e riletta e che, ormai, anche i sassi conoscono è cioè quella riguardante il gesto di gratitudine di Sant’Ilario nei confronti di un ciabattino parmigiano che si era offerto di riparargli i calzari e che, il giorno dopo, il «cibàch», trovò nel suo negozio trasformati in oro. Da lì anche la tradizione delle «scarpette» che i bravi pasticceri parmigiani trasformarono in dolci delizie grazie a svariate ricette. A questo proposito, ogni pasticcere e fornaio ha la propria personalissima ricetta come d’altronde la possiede, tramandata dalle sue ave, ogni «rezdóra» che si rispetti. Un pò come per gli anolini, la tortafritta , la spongata e le chiacchiere di Carnevale.

Un'altra antica tradizione legata alla festività di Sant’Ilario è quella della consegna dei guanti bianchi alle autorità ripristinata anni fa dall’indimenticato Aldo Castagneti, per anni scrupoloso custode dell’Oratorio di Sant’Ilario in Strada D’Azeglio in collaborazione con il fedelissimo Ermes Ghirardi.

Gli anziani della comunità di Parma e le corporazioni di arti e mestieri celebravano ogni anno con festosa pompa il Santo Patrono. Tra le iniziative da loro promosse era significativo il gesto, documentato dalle «Ordinationes» del 1695, ma già in uso in tempi precedenti, di far dono di un paio di guanti bianchi alle autorità nel giorno stesso delle festa patronale auspicando un buon governo per la città.

Ma se è suggestivo ricordare le antiche tradizioni legate al Santo Patrono, è altrettanto doveroso (tra premi e attestati vari) citare coloro che, questa festa, l’hanno sempre festeggiata pensando ai poveri, ai fragili, agli anziani e a chi si trovava nel disagio. Ed, a questo punto, come non ricordare i sontuosi pranzi che l’indimenticato presidente del circolo «Aquila Longhi» Corradone Marvasi offriva nella sede del circolo in vicolo Santa Maria agli anziani soli oppure ospiti delle strutture cittadine il 13 gennaio non facendo mai mancare le dolci scarpette al termine dell’incontro conviviale. Come pure, sempre a favore dei più bisognosi e della Mensa di Padre Lino, è da 23 anni che si svolge nel pomeriggio del 13 gennaio nella chiesa dell’Annunziata, il tradizionale concerto benefico pensato, ideato ed organizzato da Claudio Mendogni dove si esibisce la Corale Verdi.

Sono proprio questi gli eventi che ci hanno fatto sentire e ci fanno sentire membri attivi di una comunità che, nel giorno del proprio Patrono, è in grado di mostrare la sua anima più bella.

Lorenzo Sartorio

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