L'EX PRESIDENTE DEI NUOVI CONSUMATORI
Un combattente. Tra il 2012 e il 2013 aveva ingaggiato una lunga guerra di esposti contro il Comune sul fronte autovelox e varchi ztl. Ma, almeno per ora, tocca a lui deporre le armi davanti alla sentenza della Cassazione: Filippo Greci, ex presidente del Movimento nuovi consumatori è stato condannato definitivamente a 2 anni, dopo che i giudici della Suprema Corte hanno dichiarato inammissibile il ricorso della difesa. L'ex numero uno dell'associazione, che nel 2017 tentò anche la corsa a sindaco con la lista civica «Siamo Parma», era accusato di appropriazione indebita pluriaggravata e furto per essersi intascato 290mila euro dei consumatori che avrebbe dovuto tutelare. Confermata quindi anche la provvisionale di 100mila euro a favore dell'associazione, che si era costituita parte civile con l'avvocata Silvia Dodi.
Due anni, senza la condizionale. Così, per evitare il carcere, Greci, 53 anni, dovrà svolgere l'affidamento in prova ai servizi sociali per la durata della pena. E sarebbe orientato a prestare servizio in un ente che si occupa di disabilità.
Una sentenza passata in giudicato. Eppure, Greci non si dà per vinto: «Stiamo approntando il ricorso per ottenere la revisione del processo - spiega - perché, come già avevo detto a suo tempo, le prove e i testimoni che io avevo indicato non sono mai entrati nel processo per un errore dei miei primi difensori. L'altra strada che stiamo valutando è quella della Corte Europea dei diritti dell'uomo, nel senso che è assurdo che per un cavillo non si possa avere il giusto contraddittorio tra le parti. Nella Corte Europea c'è una sezione specializzata, a cui bisogna ricorrere entro sei mesi dal deposito della sentenza. Sicuramente continuerò a combattere perché non ci sto a passare per quello che si è preso 290mila euro dell'associazione».
Ma dal primo all'ultimo grado di giudizio nulla è cambiato. E gli anni di condanna sono rimasti identici. Era stato Remo Chierici, successore di Greci alla guida del Movimento nuovi consumatori, a denunciare una lunga serie di spese per lui del tutto ingiustificate. E poi era entrata in campo la Finanza. Il Nucleo di polizia economico-finanziaria aveva passato in rassegna conti e documentazione contabile relativa al periodo gennaio 2014-giugno 2017. In particolare, Greci si sarebbe appropriato di 164.922 euro depositati sul conto del Movimento «utilizzandoli per scopi personali o facendoli confluire - a mezzo bonifico - sui conti correnti personali». E spulciando tra le carte, sono emerse le spese più svariate, poi contestate dalla procura: 5.112 euro per generi alimentari all'Esselunga, altri 2.000 euro al Conad, ma nella lista ci sono anche poco più di 1.000 euro per il ristorante, 1.500 in medicinali, 1.114 euro per alcuni accertamenti in un poliambulatorio privato, oltre a 1.558 euro utilizzati per saldare la retta della scuola del figlio. Nell'elenco figurano poi anche altre fuoriuscite ben più consistenti e ritenute non giustificate: oltre 20mila euro per acquisti in distilleria, per centri estetici e giocattoli, più di 63mila euro per bonifici a se stesso o alla moglie e quasi 68mila euro di prelievi in contanti. Sarebbero spariti anche altri 131.629 euro, a tanto ammontava la cifra versata in contanti dagli associati come contributo e mai finita sul conto dell'associazione. Di cui, nel 2018, Greci avrebbe rubato anche la documentazione per cancellare ogni prova.
Georgia Azzali
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