Tribunale
A bordo del suo mercantile in balia dell'oceano tra l'India e l'Australia, lui la rassicurava. «Le tempeste non le conto più: passerà anche questa». Erano i giorni che contava: dopo dieci anni di navigazione continua («Dalla morte di mia moglie, non aveva senso sbarcare» ripeteva), presto sarebbe sceso a terra. Anzi, a terra avrebbe messo radici: accanto a lei, in Toscana, per una nuova vita insieme. Solo per lei, all'improvviso trasportata al centro di un romanzo rosa, il britannico capitano di lungo corso aveva deciso di voltare le spalle al mare.
Chissà se l'allora 58enne (la vicenda risale al 2018) single straniera trapiantata sulla costa tirrenica si sia mai domandata se non fosse troppo bello per essere vero. O se abbia piuttosto voluto crederci con tutte le forze, soffocando sul nascere ogni sospetto. Merito dell'occhio azzurro di David? O sarà stato il fascino di una storia tutta da leggere tra le rughe di un'esistenza spesa sull'onda? O forse, più semplicemente, lui aveva saputo toccare i tasti giusti?
Qualunque cosa fosse, non era abbastanza. Perché David non è mai esistito, se non in una foto pescata chissà dove. I capelli sale e pepe, i lineamenti nobili, lo sguardo languido e deciso, fiero e dolce delle foto che lo ritraggono chissà a chi appartengono. David non ha nemmeno avuto bisogno di respirare, per fare breccia in poche settimane nel cuore di una sconosciuta. Breccia l'ha fatta anche nel suo conto corrente. Anzi, lì ha aperto una voragine di 185mila euro.
Le foto erano quelle di un profilo Facebook creato ad arte da due nigeriani di 31 e 34 anni (e di uno dei due deve essere stata la voce, per le telefonate via Whattsapp) e di una connazionale 39enne residenti a Parma. E poi c'era quella posticcia, con nome e cognome accanto, della prima doppia pagina interna di un passaporto inglese. «David» l'aveva inviato alla signora, per passare la dogana del suo (eventuale) scetticismo. Come se bastasse una scansione di scarsa qualità per stabilire la validità di un documento. Il contatto era stato lui a crearlo, via Messenger. Si era presentato: 55enne comandante della Marina mercantile di Sua maestà, vedovo, una figlia a Londra (non un grande legame), una vita sui mari del sud.
Messaggio dopo messaggio, una telefonata dopo l'altra, le loro rotte coincidevano sembravano convergere. Ovviamente in Toscana. Le possibilità di vivere senza più lavorare c'erano. «Ho un sacco di soldi, nascosti in una scatola a bordo» le aveva rivelato lui, aggiungendo però di temere di essere derubato. Da qui la decisione di mandare il plico, via Turchia, attraverso uno spedizioniere specializzato. Grata di tanta fiducia, lei si apprestò a riceverlo.
Peccato che poco dopo siano cominciate le richieste di denaro. Alla donna «David» chiese di pagare tasse doganali sulla spedizione, oltre che i costi della spedizione stessa, sanzioni di tutti i tipi (anche una dell'Onu), commissioni sulle transazioni bancarie e perfino somme per problematiche con il Ministero degli esteri. Il 12 gennaio del 2019, lui le promise l'invio di un assegno di 500mila euro. Lei, finalmente insospettita, rispose di preferire un bonifico. «David» a quel punto non si fece più sentire, soddisfatto dei bonifici incassati. Le indagini dei carabinieri ai quali la signora denunciò e della Guardia di finanza e della Polizia postale di Parma risalirono agli iban dei tre nigeriani (commercianti gli uomini, parrucchiera la donna). Ieri, i tre sono stati condannati ognuno a un anno e al pagamento di una multa di 300 euro dal giudice Maurizio Boselli, dopo che il pm Lino Vicini aveva chiesto un anno e mezzo oltre alla sanzione pecuniaria. Alla vittima saranno restituiti i 23mila euro che si è riusciti a sequestrare. Se l'addolori di più la delusione d'amore o la truffa subita non si sa. Dipenderà da quanto le è rimasto sul conto.
Roberto Longoni
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