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All'America Alessia Gennari si è presentata subito a modo suo: 20 punti, con 3 ace e 4 muri messi insieme nel primo storico match che la sua Austin ha disputato nella nuova Lega professionistica statunitense. Solo la sconfitta al tie-break contro Houston ha impedito alla schiacciatrice parmigiana di conquistare quello che sarebbe stato un meritatissimo titolo di Mvp.
Risultato finale a parte, insomma, Alessia ha già fatto vedere di che pasta è fatta, dimostrando di essersi già calata - anche sul piano mentale - in questa avventura a stelle e strisce. «L'ambientamento richiede tempo: è normale che in questi primi mesi (Gennari è arrivata ad Austin a novembre, ndr) ci siano un po' di alti e bassi» rivela alla «Gazzetta di Parma» la pallavolista che nello scorso mese di maggio si è laureata campione d'Italia e d'Europa con la maglia di Conegliano. «Sto progressivamente prendendo confidenza con nuove abitudini e modi di lavorare differenti rispetto al passato, tuttavia sono molto felice di questa esperienza che, come ho avuto già modo di dire in altre occasioni, rappresenta una forma di arricchimento anche a livello personale, oltre che professionale».
Alessia, il campionato negli Stati Uniti è iniziato da due settimane: quali sono le prime sensazioni?
«Abbiamo giocato finora tre partite, tutte abbastanza combattute. E lo stesso si può dire anche delle altre. In questa Lega non ci sono risultati scontati, né giocatrici o squadre che possiamo considerare nettamente superiori ad altre. Il torneo è piuttosto equilibrato: lo si riscontra anche in campo, nelle tantissime difese così come nelle azioni prolungate. A beneficiarne è lo spettacolo».
Un buon livello, insomma.
«Direi proprio di sì. E a mio avviso questo livello potrà lievitare ulteriormente una volta che le interpreti delle diverse squadre avranno affinato la propria intesa, trovando la giusta alchimia».
C'era tanta curiosità, alla vigilia, per quella che sarebbe stata la risposta da parte del pubblico: come sta andando in questo senso?
«Se consideriamo che questo campionato professionistico femminile è una novità assoluta nel panorama pallavolistico statunitense, i riscontri sono abbastanza incoraggianti. In media si registra un'affluenza di 3.000-3.500 spettatori a partita: non è niente male, per essere all'inizio».
La sua giornata tipo?
«Ci si allena al mattino presto: palla, pesi, video e, per chi ha necessità, terapie. I pomeriggi, invece, sono quasi tutti liberi».
Ha tempo per seguire ancora il campionato italiano? La sua ex squadra, Conegliano, sta facendo grandissime cose.
«Certamente sì, seguo il campionato e mi sembra che l'Imoco, ancor più degli anni scorsi, sia una formazione imbattibile. Una squadra completa in ogni ruolo: le ragazze si stanno esprimendo al massimo delle loro potenzialità. Con Gabi e Zhu, poi, Conegliano ha fatto un ulteriore salto di qualità. Sono molto felice per loro, quel posto mi ha regalato emozioni incredibili, al di là dei trofei messi in bacheca».
Alessia, l'ultima domanda: ogni tanto sente un po' di nostalgia dell'Italia?
«Un po' sì, lo confesso. Per fortuna però adesso qui c'è anche Giulio, il mio ragazzo. Austin, poi, è davvero una città bellissima, con tante cose da fare e da visitare. Qui sto bene, ma casa è sempre casa...».
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