il progetto
A Parma c'è «fame» di case. E di stanze, soprattutto fra i tanti fuori sede che vivono in città per frequentare l'ateneo. Nei prossimi anni la situazione dovrebbe migliorare, quando gli studenti potranno contare anche sugli oltre 400 posti letto dello studentato che sarà costruito da un privato, la società Rosehope Italia con sede a Fidenza, in strada dei Mercati e che si andrà ad aggiungere agli altri studentati previsti nell'ex carcere di San Francesco del Prato, nell'ex convento di Santa Caterina e nell'ex convento di San Pietro d'Alcantara. A metà dicembre era stata avanzata l'ipotesi di un ennesimo studentato nell'ex Romanini-Stuard, immobile di proprietà di Asp.
Il progetto
Del nuovo edificio se n'è parlato ieri sera in commissione Urbanistica, quando Chiara Vernizzi, assessora alla Rigenerazione urbana, ha elencato le caratteristiche costruttive del cantiere che a breve prenderà il via nell'area privata ex Lampogas, in strada dei Mercati, nei pressi della casa natale di Fernando Santi.
«Il progetto presentato da un soggetto privato prevede la costruzione di un edificio alto cinque piani, disposto a corte, dotato di 450 posti letto distribuiti tra 390 camere, di cui 306 singole, 60 doppie e 24 per disabili», afferma a margine della commissione, ricordando poi che i lavori dovranno terminare entro il 30 aprile 2026, dato che si tratta di un'opera che ha beneficiato dei soldi messi a disposizione dal Pnrr.
Oltre alle stanze, lo studentato avrà spazi per la preparazione e la consumazione dei pasti, una sala musica, una sala riunioni, una palestra, una lavanderia e locali di servizio per il personale.
«La struttura - dice Vernizzi - sorgerà in una posizione strategica, vicino alla facoltà di Veterinaria, ma anche vicino al polo ospedaliero e al polo di via D'Azeglio-via Kennedy».
Il nuovo studentato ha raccolto l'apprezzamento dei componenti della commissione.
Le risorse in campo
Come spiega Vernizzi, le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza possono essere destinate anche ai privati, ma solo per determinati progetti a cui poi sono applicati, come si vedrà per questo caso, dei vincoli stringenti. «Nel Pnrr – fa notare - esiste una specifica linea di finanziamento destinata alla creazione di nuovi alloggi per studenti. Anche Parma, al pari di altre città universitarie italiane, deve investire per colmare il deficit di posti disponibili». Infatti, nel maggio 2023 la protesta delle tende arrivò anche in città - dopo essere partita da Milano per iniziativa di Ilaria Lamera - con gli studenti accampati nelle «canadesi» in via Kennedy per protestare contro il caro affitti.
Da allora sono diversi i progetti che stanno prendendo forma per garantire il diritto all'alloggio, a prezzi accessibili, ai tanti fuori sede iscritti all'ateneo. Uno di questi è appunto il nuovo studentato in strada dei Mercati, che si andrà ad aggiungere agli altri già previsti a Parma.
Il cantiere prenderà il via non appena il consiglio comunale darà parere positivo all'intervento: la delibera dovrebbe arrivare in aula lunedì 10 febbraio. «L'intervento andrà a beneficio di tutta la comunità universitaria di Parma – continua Vernizzi -. Il privato, per poter accedere ai fondi Pnrr, dovrà rispettare una serie di paletti. Ad esempio, per un lasso di tempo di 12 anni il 30% dei posti letto sarà gestito dall'Azienda regionale per il diritto agli studi superiori, Er.Go, mentre il restante 70% sarà affittato, sempre agli studenti, a prezzi calmierati».
Il rettore soddisfatto
Soddisfatto il rettore Paolo Martelli. «Non si tratta di uno studentato dell’Università, ma di uno studentato di un privato: noi quindi non siamo direttamente coinvolti – precisa - ma è chiaro che lo siamo indirettamente e significativamente, perché iniziative come queste sono rivolte a ospitare studentesse e studenti universitari. L’esigenza di studentati per Parma è ben nota, basta ricordare che per raggiungere gli standard sono necessari almeno 2.000-2.500 posti letto in più: quindi plaudiamo a iniziative come questa, che indicano la giusta direzione in cui deve andare una città universitaria come la nostra».
Pierluigi Dallapina
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