×
×
☰ MENU

Intervista

Maurizio Lastrico si racconta: «Mamma di Santa Maria del Taro, parenti a Parma e Bedonia». E giovedì show al Regio

Maurizio Lastrico si racconta: «Mamma di Santa Maria del Taro, parenti a Parma e Bedonia». E giovedì show al Regio

di Claudia Olimpia Rossi

04 Febbraio 2025, 03:01

Maurizio Lastrico, artista sempre in vetta al crinale fra stand up, teatro e cabaret, conversando sul suo atteso spettacolo «Sul Lastrico», al Regio giovedì alle 21, svela il versante familiare parmense che lo fa sentire a casa nella nostra città. Il funambolo dell’esibizione live, capace di calarsi nella quotidianità spicciola cantandola in terzine dantesche, porterà «monologhi, pezzi d’interazione, storie condensate e improvvisazione» per il pubblico, che ne segue da anni l’eclettismo d’attore e comico («Zelig», «Sole a catinelle», «Don Matteo», «Call My Agent», «Il Metodo Stanislastrico», «Nel mezzo del casin di nostra vita», «Lasciate ogni menata voi ch’entrate», «Mameli-Il ragazzo che sognò l’Italia») e presto lo vedrà sia al cinema, nel film «FolleMente», che sul piccolo schermo interprete della serie televisiva «Miss Fallaci».

I teatri fanno sold out per «Sul Lastrico». La chiameremo presto «Il Sommo Maurizio»?

«Certo, porta bene».

Ci sarà qualcosa ad hoc per il pubblico di Parma, durante la serata?

«Sì, perché mia mamma è nata e cresciuta nella provincia di Parma, a Santa Maria del Taro. Hanno ancora la casa lassù, è gente ruspante. Poi ho parenti a Bedonia e a Parma. Cercherò di prendere in giro la mentalità delle valli della prima montagna, zona Santa Maria del Taro e Monte Penna, perché fa un mix con la quella genovese e l’esito è fantastico».

Quali sono le caratteristiche della mentalità del parmense, sulla base della sua esperienza familiare?

«Posso identificare quella di mia mamma, che poi poi si è mischiata con quella ligure di Chiavari. E’ un crinale. Senz’altro aspettarsi delle grandi disgrazie nella vita, non godersi le cose. Però anche sensibilità ed ironia, che mi sono portato senz’altro dietro. Quando chiamo mia zia, quella di Fornovo, mi dice: “Come va Maurizio?”. Io: “Tutto bene”. Allora lei: “Eh, non ti credo”. Mia mamma non vuole chiamare sua sorella perché dice che è tremenda. Cioè, c’è tutta una diatriba familiare».

Però abbiamo tante cose buone da mangiare: una gran consolazione, nel pessimismo.

«Moltissimo. E anche l’accoglienza è sempre stata bella. A Parma sono venuto spesso a lavorare. Sono un grande fan di Paolo Nori, dei suoi podcast. Ultimamente ho letto “Repertorio dei matti della città di Genova”. Vorrei assolutamente vedere uno spettacolo di Nori dal vivo».

Cos’apprezza del suo stile?

«E’ veramente spiazzante. La forma sembra rotta. C’è in lui grande sensibilità nel cogliere l’essenza delle cose e l’ironia della vita anche nella sua miseria, nella sua pochezza».

Anche lei canta la vita nella sua quotidianità, facendone qualcosa di poetico.

«Certo. Io ho forse preso più una deriva di palco, dove ci sono il gioco e il contatto con il pubblico. Il quotidiano mi attira tantissimo. Sono uno che ama molto di più parlare dei bar, della mia chiesa, dell’oratorio, del calcio dei bambini piuttosto che della politica. I grandi temi mi sembrano già mediati».

Come ha deciso di portare Dante sul palcoscenico?

«Mi sono diplomato alla Scuola d’arte drammatica dello Stabile di Genova. Avevamo un’insegnante, Anna Laura Messeri, appassionatissima di Dante: ce l’ha fatto studiare in modo approfondito, recitandolo, mentre fino a quel momento lo avevo conosciuto in maniera più museale. Andarci dentro mi ha fatto nascere quel tipo di vicinanza istintivo. Una notte, mentre studiavo, mi sono trovato a scrivere: uscito alla sera di palestra, rincorsi la corriera con premura, quand’ecco che mi chiama Punkabbestia. Da lì non mi sono più fermato».

Il 25 febbraio sarà trasmessa su Rai1 la serie «Miss Fallaci», in cui fa parte del cast. Come si è avvicinato al personaggio di Oriana Fallaci, interpretata da Miriam Leone?

«E’ stato forte e spiazzante andare in un mondo così distante da me. Come sempre, mi piace gettarmi in situazioni dove ci sono problemi recitativi. Miriam ha fatto un lavoro pazzesco: si è calata nel personaggio in maniera impressionante. Nella serie io sono Alfredo Pieroni, un giornalista con un ruolo non banale nella vita di Oriana. Nel suo percorso di emancipazione, di confronto con il mondo maschilista, quel tipo di figura le servirà a capire cosa vuole, tra gioie e sofferenze».

Indirettamente il focus è sulle donne anche nella serie Netflix «Maschi veri». Qual è l’approccio sulla parità di genere?

«Spero serva a far arrivare un’autocritica sull’intendersi maschio, in una maniera ironica e profonda, mettendo in crisi anche quelle persone che si sentono sensibili, a posto, progressiste, indignate. Anche quando ci si percepisce risolti, il patriarcato, il maschilismo e certe ottusità sono dentro di noi e vanno combattuti. Nella serie emerge il rapporto con mia figlia, interpretata dalla fantastica Alice Lupparelli, un’attrice di cui credo sentiremo parlare tantissimo».

Al cinema poi arriva il film «FolleMente», di cui è interprete, commedia molto attesa. E’ divertente?

«E’ veramente forte da un punto di vista comico. Con impianto teatrale, mette in risalto l’abilità narrativa di Paolo Genovese. Sono rimasto subito affascinato dal tipo di sensibilità che serviva per stare dentro la testa di un uomo, combattere con gli altri pensieri e sperare che lui si realizzi».

Nella sua carriera ci sono cinema, teatro e televisione: qual è il grande amore?

«Premesso che la cosa più figa è andare con fusi orari diversi e provare anche il disagio di saltare da un mondo all’altro, tuttavia la soddisfazione che darà, come spero, risvegliarsi a Parma dopo aver fatto un bellissimo spettacolo, andare la mattina a far colazione, incontrando i parenti e le persone che sono state a vedermi la sera prima a teatro, direi che non ha prezzo. Poi mi fa piacere non essere schiavo di una sola cosa. Nella varietà, quando questa non diventa bulimia e dispersività, è bello provare diversi gusti».

Claudia Olimpia Rossi

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI