Inchiesta su Castelguelfo
Ad accogliere Stefano Benassi a Castelguelfo non c’era la fitta nebbia di mercoledì sera, ma una pioggia ostinata. Comunque un tempaccio, come annunciato dalle previsioni che avevano indotto ad anticipare la rimozione del relitto dell’Agusta dal campo della tragedia poco dopo lo svuotamento dei serbatoi. Dall’altro ieri, il relitto dell’Aw 109 si trova in un luogo coperto, sempre nella tenuta dei Rovagnati: al riparo dall’acqua e da qualsiasi sguardo indiscreto. Uno spostamento reso possibile dagli accertamenti subito compiuti dai carabinieri del Ris nei giorni scorsi e dalla scansione dal cielo dell’area del disastro effettuata dai droni dei vigili del fuoco: ogni dettaglio è stato registrato e gli inquirenti per tutto il tempo necessario avranno a disposizione la scena cristallizzata, uguale a quella osservata dai primi soccorritori, alle 19 di mercoledì.
Intanto, Benassi poche ore dopo il conferimento dell’incarico da parte del pm Andrea Bianchi - titolare delle indagini sul disastro - si è subito messo al lavoro. Soprattutto a lui toccherà cercare le risposte alla domanda che grava sulla tragedia: che cosa l’ha provocata? Un guasto meccanico, un malore del pilota, un errore umano sul quale molto può avere influito il mix di nebbia e oscurità? Finora non c'è una pista più credibile delle altre.
Per il 62enne Benassi, titolare dal 2012 della Consulenze aeronautiche di Bardolino (Verona), si tratta di un ritorno a casa. Da anni, il comandante ha preso il volo dalla sua Parma: sia come pilota che come esperto di questioni aeronautiche, specie se relative agli elicotteri. Ha accumulato migliaia e migliaia di ore sia alla cloche che tra i reperti e le carte da analizzare. Noto a livello mondiale nel settore, è esperto a tal punto che quasi sempre, parlando di lui, si è portati ad aggiungere il prefisso «super» alla qualifica di consulente.
Ma prima ancora è stato un super pilota, costretto ad affrontare oltre alle insidie del maltempo anche quelle di un cielo ostile. Per un anno, nel 1995, volò in Libano nell’ambito della missione di pace delle Nazioni unite, e il suo apparecchio in almeno tre occasioni finì nel mirino dell’artiglieria. Già allora, alle spalle Benassi aveva 15 anni da elicotterista dell’Esercito al Quarto reggimento Altair di Bolzano come pilota collaudatore e pilota controllore di standardizzazione. Dopo il Libano, tolta la divisa, in un lungo periodo negli Stati Uniti frequentò anche corsi di abilitazione alla «Flight safety international». Specializzazione propedeutica a una nuova fase della sua vita. Nel 1999, rientrato in Italia, Benassi cominciò a pilotare elicotteri in servizio per il 118 (tra questi, molti sono Aw 109, uguali o molto simili a quello precipitato a Castelguelfo). Dapprima lavorò a Cuneo, quindi a Brescia e in Alto Adige, per poi passare nel 2001 alla Elilario Italia, pilota dell’Elisoccorso degli Ospedali riuniti di Bergamo. Qui, l’esperienza più lunga, durata fino al 2008 (per un totale di oltre tremila interventi di ogni genere), durante la quale Benassi venne anche nominato direttore del settore elicotteri dell’Associazione nazionale piloti aviazione commerciale (Anpac). Fu proprio in quegli anni che il comandante cominciò a frequentare procure e aule dei tribunali nelle vesti di consulente tecnico, unico investigatore italiano di incidenti aerei accreditato dall’Ifalpa, la Federazione internazionale dei piloti di linea, oltre che membro permanente della Società internazionale degli investigatori aeronautici (Isasi) e dell’Ehsat, il team europeo specializzato nelle analisi degli incidenti di elicotteri.
Numerosi i disastri dei quali gli è stato chiesto di ricostruire la dinamica. Da quello avvenuto il 10 ottobre 2023 a Settepolesini, in provincia di Ferrara, quando un Bell 206B JetRange esploso in volo si inabissò nel lago di Cava Sei, provocando la morte delle due persone a bordo, a quello del 10 giugno 2023, quando un ultraleggero si schiantò a Cellole, uccidendo un padre con il figlio pilota, che tre giorni dopo sarebbe entrato nell'Accademia dell'Aeronautica. Fu ancora lui a ricostruire la parte tecnica dell’incidente costato la vita a tre persone il 31 luglio del 2015, quando un Airbus Helicopters As350 B3 andò a schiantarsi in alta Valmasino, a 3100 metri di quota. Nel 2017, la perizia per il disastro di Campo Felice, nella quale persero la vita le cinque persone a bordo dell'elicottero del 118 finito contro il costone del Monte Cefalone. Vite perdute, ma anche vite salvate attraverso il cielo. Relatore al forum Sanaviation a Niznij Novgorod, in Russia, nel 2019, Benassi, in servizio per la compagnia Elitaliana, spiegò ai partecipanti le doti dell’elicottero Leonardo Aw 139 nelle operazioni di ricerca, salvataggio ed evacuazione medica. Tra le sue prime, nel novembre 2007, la consulenza per un disastro avvenuto in Italia, ma che che ebbe un’eco internazionale, quando sei militari americani morirono nella caduta di un elicottero Black Hawk sul greto del Piave. In un'intervista rilasciata poco dopo, il comandante sottolineò come solo attraverso un accurato studio delle cause si possa ridurre il numero degli incidenti. Sarà ancora una volta questo il suo obiettivo, mentre cercherà la giusta rotta attraverso la nebbia di Castelguelfo.
Roberto Longoni
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