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INTERVISTA

Paola Varesi: «Festival di Resistenza, teatro per i valori dell'antifascismo»

Paola Varesi: «Festival di Resistenza, teatro per i valori dell'antifascismo»

di Claudia Olimpia Rossi

09 Febbraio 2025, 03:01

Il Festival di Resistenza 2025, Premio Museo Cervi - Teatro per la Memoria, promosso da Istituto Alcide Cervi in collaborazione con Boorea Emilia Ovest, torna a farsi pietra viva nell’anno delle celebrazioni per l’80esimo della Liberazione.

Il bando di selezione per partecipare alla XXIV edizione è uscito il 27 gennaio scorso, Giorno della Memoria (scadenza il 14 aprile alle 12, domande di partecipazione all'indirizzo festivalresistenza@gmail.com).

Una data simbolo nel divenire della Resistenza, contemporanea più che mai. Dal 7 al 25 luglio, negli spazi esterni di Casa Cervi di Gattatico, che continua a raccontarci quella storia del Novecento da cui è uscita la nostra Repubblica fondata sulla Costituzione antifascista e su cui è sorto un centro di studio, incontri e ricerca, sarà celebrato il Festival di Resistenza, Concorso e Premio dedicato alla Memoria e alla sua attualizzazione.

Paola Varesi, referente del Festival e responsabile del Museo Cervi, spiega l’importanza di mantenere alto il dibattito politico e culturale sulle più importanti questioni della vita individuale e collettiva.

Il Festival della Resistenza 2025 fa parte delle Celebrazioni per l’80° della Liberazione. Come vi state preparando?

«Daremo grande risalto a quest’Ottantesimo, cuore delle attività dell’anno, compreso il Festival: la Resistenza dev’essere valorizzata in tutte le sue declinazioni, anche visto il momento che stiamo attraversando. Si tratta di resistere ad un assalto ai valori della Costituzione, a un patrimonio di cultura. Nel bando del Festival è molto rafforzata la necessità di tenere la barra dritta sui temi come la democrazia, l’integrazione, l’uguaglianza. Soprattutto c’è una coloritura più forte sull’antifascismo. E’ un bando innovativo, quasi si fossero anticipate le necessità di presidiare questi aspetti».

Ricordiamo che il bando si rivolge, in particolare, a temi affini all’attività dell’Istituto del Museo Cervi, quali Resistenza e antifascismo, valori della Costituzione, storia e memoria e attualizzazione della memoria, multiculturalità e integrazione dei popoli, lavoro, società civile e diritti, questione di genere, contrasto ai sovranismi.

Saranno presi in considerazione anche gli spettacoli che mettono in scena problematiche riguardanti i rapporti fra individuo e società, le nuove forme di resistenza individuali e collettive, tra cui il tema della solitudine.

Chi chiama a raccolta il Festival di Resistenza?

«I pubblici e le compagnie, nella consapevolezza che attraverso il teatro queste proposte possono essere ancor più significative ed entrare nel sentire collettivo. Il teatro civile, d’impegno, è sempre efficace per parlare con le persone. Ci si rende conto che forse certi modi di narrare sono meno attuali, perché cambia la comunicazione, invece il teatro ha una grande capacità di tenuta, di rinnovamento, nel rappresentare e leggere la realtà, ma anche di sovvertire il pensiero dominante».

Il teatro è attuale nel suo continuo divenire. A Casa Cervi vengono anche tanti giovani e famiglie con bambini. Lo scorso anno il Festival fu aperto da un concerto della Toscanini Next. Poi ci sono il teatro di figura e il Premio Gigi Dall’ Aglio, in memoria del grande attore, regista e drammaturgo, assegnato ad uno spettacolo da una Giuria composta da giovani under 30...

«Tutte proposte che contiamo di rinnovare. Potremmo dire che siamo moderni da vent’anni. Il Festival si mette in relazione con una società che cambia. Con tutte le attività che si muovono intorno, penso al dopo festival con le interviste alle compagnie teatrali, ai progetti portati avanti dalle aziende del territorio, si moltiplicano forme espressive per far crescere la comunità intorno ai valori della Resistenza».

Claudia Olimpia Rossi

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