TRASPORTI
La Parma–Suzzara, linea su cui si viaggia ancora a gasolio, non sembra essere una linea a misura di disabile, soprattutto da quando sono «spariti» alcuni treni più confortevoli. Treni che erano relativamente recenti, comprati a partire dal 2008, e che non avevano barriere architettoniche. I bagni, ad esempio, erano pensati per accogliere anche un viaggiatore in sedia a rotelle. Quei treni non ci sono più. Da anni, almeno dal 2020.
A gennaio hanno iniziato invece a macinare chilometri in Piemonte, sulla Cuneo-Savigliano-Saluzzo, mentre sulla Parma-Suzzara ci si deve accontentare di treni che risalgono alla prima metà degli anni 80, che con i loro gradini e i bagni microscopici non sono a misura di disabile.
Su alcune automotrici, per ironia della sorte denominate «turche» poiché destinate ai binari della Turchia, i bagni non ci sono nemmeno, dato che erano pensate per tratte molto brevi.
Treni «fantasma»
Trenitalia-Tper, la società che gestisce la tratta da inizio 2020, ricorda che quei treni moderni non sarebbero mai entrati stabilmente in servizio da quando la società ha preso in carico la Parma-Suzzara. Prima però erano in servizio ed erano sicuramente più confortevoli degli attuali vagoni.
In rete circolano foto che immortalano quei treni proprio lungo la Parma-Suzzara. La segnalazione arriva da alcuni pendolari stanchi di viaggiare su vagoni di un altro secolo, poco confortevoli e per di più senza bagno. C'è di più: chi segnala il trasferimento fa anche notare che la nuova tratta non sarebbe adatta ai treni destinati al Piemonte, ed è per questo che uno di quei treni, dopo pochissimi giorni di servizio, il 29 gennaio si è guastato, come si può leggere in rete.
Come se non bastasse, una foto di qualche anno fa, conservata nell'archivio digitale della Gazzetta di Parma e antecedente alla gestione Trenitalia-Tper, dimostra che quei treni a misura di disabile sulla Parma-Suzzara facevano regolare servizio. E allora perché toglierli? Da Trenitalia Tper fanno sapere che i «Pesa» non sarebbero stati adatti a questa linea con fermate ravvicinate. Eppure circolavano, come dimostra la foto più piccola, scattata in stazione a Parma.
Dalla Polonia a Parma
Ma di quali treni si sta parlando? Al momento, sui 39 chilometri della tratta, punteggiata da 13 fermate, ci sono delle ALn 067, di produzione italiana (Fiat Ferroviaria) ma dette «turche», sulle quali il bagno non c'è. La foto grande presente in pagina ne immortala appunto una, completamente imbrattata, ferma in stazione a Parma. Sulle carrozze stanno salendo dei ragazzi, ma attenzione: l'altezza del marciapiede rispetto all'entrata, e i gradini presenti sul convoglio, renderebbero la salita estremamente complicata per chi deve muoversi in sedia a rotelle. O per un anziano. Non solo: anche una persona esile alle prese con bagagli pesanti sarebbe costretta a farsi aiutare.
Hanno il bagno, ma è microscopico, altre automotrici datate, le ALn 663, e venute a rimpiazzare i treni spostati in Piemonte. Treni che sono degli ATR 220 di fabbricazione polacca e denominati «Pesa», nome che deriva dall'abbreviazione della fabbrica che li ha costruiti, la Pojazdy Szynowe. Di questi treni ne sarebbe stata acquistata una dozzina a partire dal 2008 (la maggior parte da Fer e un paio da Tper), per essere destinati alla Parma-Suzzara, ma anche alla Ferrara-Codigoro e alla Suzzara-Ferrara.
Dal diesel all'elettrico
Ma perché i «Pesa» sono finiti sui binari della Cuneo-Saluzzo-Savigliano? Perché Fer, Ferrovie Emilia-Romagna, ha avviato l'elettrificazione della linea Parma-Suzzara-Poggio Rusco. I lavori dovrebbero essere completati ad aprile, mentre i treni diesel (come i «Pesa», le «turche» e gli ALn 663) dovrebbero essere sostituiti da quelli elettrici tra settembre e dicembre: potrebbero arrivare i treni «Pop». Da qui la decisione di spostare i «Pesa» diesel in Piemonte, su una tratta gestita da Arenaways. Trenitalia Tper fa sapere che i treni erano in comodato e che erano stati comprati da Fer e Tper.
Ai pendolari però poco importa. Chi si è lamentato, chiamando la «Gazzetta», chiede: perché sostituire treni moderni e senza barriere architettoniche, con automotrici scomode e datate? Non si poteva aspettare l'elettrificazione e poi cedere i treni al Piemonte? A quanto pare è andata diversamente.
Pierluigi Dallapina
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