DA GIOVEDÌ
La felicità a volte si infrange contro un muro. Sembrava tutto facile. Ma in fondo è andata bene così. Campioni per due volte, una terza partecipazione, quindi ancora tanta visibilità. In televisione. Alle nove della sera, dopo Carosello. Chi ci avrebbe scommesso?
In quelle settimane nebbiose dal 25 febbraio all’11 marzo 1960 tutta Fidenza vive una dimensione di euforia scoppiettante perché c’è un’avventura da vivere. Un’avventura che si chiama Campanile Sera, un gioco a premi. Conduce Mike Bongiorno. Inviati Enzo Tortora e Renato Tagliani.
Per la nostra squadra, capitanata dai giovanissimi Arturo Bonatti (neolaureato in giurisprudenza) e Franco Giordani (studente di ragioneria) due vittorie, una sconfitta in un’epopea elettrizzante e coinvolgente per una città serena, una comunità che si poteva definire felice nell’era del boom. Dopo 65 anni giusti siamo qui a parlarne ancora. Lo fa in un libro, Il bel gioco durò poco (edizioni Nave Corsara), Gabriele Grasselli, giornalista della Gazzetta di Parma da pochi mesi in pensione. Il volume è in vendita da giovedì nelle librerie e nelle edicole e sarà presentato ai fidentini (e non solo) il 28 febbraio alle 18 al cinema MyCinema.
Nel libro c’è la cronaca minuziosa delle tre serate di spettacolo in tv, sul programma nazionale, e in piazza Garibaldi, ma hanno largo spazio anche i ricordi dei protagonisti, di chi partecipò (a partire da Franco Giordani) e di chi seguì in diretta non solo la trasmissione vera e propria ma tutti i febbrili preparativi, l’attesa inedita, le baldorie notturne dei dopo vittoria, le paginate della Gazzetta sui retroscena (dalla scelta degli esperti nei «pensatoi» alle lettere d’amore ricevute dall’affascinante portavoce Luciana Miglioli) con tutti i commenti dell’epoca e quelli di oggi, a decenni di distanza, fra nostalgia commossa e rievocazione divertita.
Fra le pagine si ritroveranno moltissimi borghigiani intervistati oggi e immortalati nelle fotografie dell’epoca, fotografie in arrivo dagli album privati, dalle collezioni degli appassionati, dagli archivi digitali delle agenzie di stampa. Della trasmissione, un quiz show tra agonismo e cultura spicciola, una specie di Giochi senza frontiere ante litteram (l’inventore, Popi Perani, era lo stesso), si occupavano tutti i critici dei maggiori quotidiani, Corriere della Sera, La Stampa, Stampa Sera, il Corriere d’Informazione.
Nel volume sono riportate le loro cronache, tutti gli articoli usciti in quei giorni e dedicati alle prodezze dei fidentini negli studi Rai a Milano o in campo davanti all’obelisco e le firme sono quelle prestigiose di Giuliano Gramigna, Achille Campanile, Ugo Buzzolan.
L’autore, quindi, passo dopo passo racconta come fu formata e preparata la squadra, di come furono allestite le postazioni dei «cervelli», di come fu dato il benvenuto ai camion e agli autobus grigio-azzurro metallizzato della Rai, di come fu accolto in città Renato Tagliani, presentatore famoso, di come si dialogò con Mike Bongiorno, presentatore ancora più famoso, famosissimo, il più famoso. La prima partita sarà vinta: Marino, uno dei diciassette Castelli Romani, è battuta. Per il sindaco Adolfo Porcellini è sufficiente. Ma si vince ancora, superando Cortona che invia in omaggio un animale rimasto celebre, Moro il Toro, accudito da un contadino nell’azienda agricola quasi in città, quella di Ferdinando Barborini, oggi 96 anni, uno dei testimoni intervistati per il libro e per il video a corredo. La sfida numero tre sarà quella fatale. E’ quella contro Aversa, in Campania. Sembrava si potesse arrivare a un terzo alloro. Ma c’era un muro da saltare. Chi avrebbe dovuto saltarlo lo aveva sempre saltato durante giorni e giorni di prove, con agilità, con disinvoltura, con facilità quasi sprezzante. Ma nella serata decisiva non ci riuscirà. In diretta, con l’Italia intera sintonizzata, non ci riuscirà. E l’avventura finirà lì.
La Gazzetta di Parma uscirà con tre edizioni straordinarie, una per ogni puntata. L’Italia di quel 1960 è quella che stava vivendo un dopoguerra fiducioso: la parte difficile era superata, ora era tempo di boom, economico e sociale. Anche Fidenza aveva visto rimarginarsi le ferite, superare la paura, dimenticare le bombe che avevano portato distruzione e morte. Chi ci pensava più? Era più proficuo e bello vivere il nuovo, sorridente presente e guardare al futuro. E se la Rai aveva pensato a Fidenza voleva dire che tutto era davvero passato, tutto era tornato a a risplendere e a promettere, spesso a mantenere. Il libro, dunque, parla anche di quei giorni luminosi, così lontani e così irripetibili.
r.c.
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata