×
×
☰ MENU

Noceto

Lacrime e tanti ricordi sul rugby al funerale di Tronchini

Lacrime e tanti ricordi sul rugby al funerale di Tronchini

di Pietro Furlotti

11 Febbraio 2025, 03:01

Difficile fare decantare un dispiacere come quello che ha attraversato il mondo del rugby nocetano, e non solo, per l’improvvisa scomparsa, a 69 anni, di Ovidio Tronchini, medico stimato, cittadino attivo e partecipe. Tanti gli amici e compagni di squadra a portare il proprio saluto ieri nella chiesa di Medesano durante i funerali.

Volti rigati dalle lacrime, sguardi fissi immersi in ricordi che profumano di fango e olio canforato, rimasti appiccicati alla pelle come una maglia di cotone imbevuta di pioggia. Tronchini è stato un grande giocatore e un trascinatore indimenticabile. Mauro «Spenna» Gennari, tra le bandiere del Noceto di quegli anni, che ha trasmesso al figlio Marco Antonio il talento per il gioco al piede, ha ricordato: «Ho condiviso tanto con Ovidio, una persona per bene. Ma quella volta col Calvisano rimane impressa nella mia mente. Subii una scorrettezza da un loro giocatore che con una gomitata mi ruppe la mandibola e dovetti uscire dal campo; era un rugby molto diverso da quello di oggi e quel fallo non c’entrava nulla col rugby giocato. A Ovidio, Luigi Montagna, anche lui andatosene troppo presto, e a Renato Allodi bastò uno sguardo e anche l’avversario uscì anzitempo – ride – eravamo molto uniti».

Renato «il Ricciolo» Allodi ha continuato: «Ovidio era una seconda linea totale, forte in tutte le fasi del gioco, ma i ricordi a cui sono più affezionato sono quelli fuori dal campo. Trasferta a Benevento all'hotel Formica: alla prima squadra si aggregò un giovane di belle speranze. È tradizione nel rugby, che ai giovani venga fatta la cosiddetta «matricola» - sorride sornione il Ricciolo - gli facemmo trascorre una due giorni d’inferno, lo perseguitammo, io e Ovidio ci rinchiudemmo in un armadio per oltre mezz’ora pur di sorprenderlo in camera. Quando ci vide, scappò sbraitando come se ci fosse stato il terremoto. Bei tempi».

Paolo Violi, immenso mediano di mischia nocetano col record mondiale di attacchi dalla chiusa, ha affermato: «Ricordo un viaggio in pullman, con una trappola lo tenemmo fermo in sei e Spenna gli disegnò, usando un pennarello nero, un’acconciatura con tanto di ciuffo tirabaci in fronte. Pura poesia». Maurizio Schiaretti, detto «Mano», ha concluso: «Durante un partita tra squadre giovanili, Ovidio era medico di campo. Un ragazzo si fece male alla spalla. – Mano, mi dai una mano? – mi chiese. Il giovane urlava dal male, con una mossa lo mise a posto e fui felice di assistere Ovidio nelle operazioni, il ragazzo lacrimava, ma fu riconoscente».

Pietro Furlotti

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI