Bilancio
Comune e Provincia si ribellano ai tagli agli enti locali decisi dal Governo nell'ultima Finanziaria. In base ai dati della spending review, nel 2025 il municipio vedrà un taglio di oltre 550mila euro, che dal 2026 al 2028 crescerà a 1,1 milioni all'anno, per diventare 1,8 milioni nel 2029. Per la Provincia si partirà da un taglio di 79.722 euro per arrivare, alla fine del quinquennio, a 398.610 euro.
Comune sulle barricate
«Così non funziona. Lo ripeto da mesi. Se il Governo continua a portare avanti una politica di tagli ai Comuni, alla fine il risultato è che si metterà in difficoltà la vita dei cittadini, perché sono i Comuni a occuparsi in modo diretto dei vari servizi rivolti alla cittadinanza». Michele Guerra, in qualità di sindaco di Parma, non è la prima volta che lancia l'allarme. Lo aveva fatto anche a dicembre, in occasione del voto sul bilancio di previsione 2025.
«I tagli ai Comuni, alla fine, sono tagli alla sicurezza, perché se si vanno a colpire, riducendo i trasferimenti agli enti locali, le politiche destinate al welfare, alla casa e alle fasce più fragili, non si fa altro che aumentare l'insicurezza delle città. Dopo anni, non capisco come sia ancora possibile pensare, da parte del Governo, di fare cassa sui Comuni».
Solo polemica politica? Guerra mette le mani avanti. «Questa non è la lamentatio di un sindaco di centrosinistra, perché basta assistere alle riunioni dell'Anci per rendersi conto che anche i sindaci di centrodestra protestano». A Parma verranno alzate le tasse? «Noi non alziamo le tariffe, e questo lo considero un grande risultato politico, ma se a livello governativo si continuerà con la politica dei tagli, prima o poi potrebbe accadere».
Marco Bosi, assessore al Bilancio, ricorda che «ai 550mila euro della spending review 2025, va sommato 1.125.000 euro derivante dai tagli delle spending review del 2021 e del 2024». Ma a Bosi non mette in apprensione il 2025, bensì il 2026. «Nel 2025 dovremmo saltarci fuori grazie ad entrate straordinarie una tantum. Invece è il 2026 che mi preoccupa. Con questi tagli non so come riusciremo ad aprire gli edifici legati al Pnrr. Mi riferisco ai due asili nuovi, alla palestra inclusiva a Moletolo o al Palasport». Non è finita. «Per quanto riguarda l'integrazione scolastica, non so se saremo in grado di garantire le stesse ore che sono dovute a chi è in difficoltà. In un momento come questo servirebbero più risorse, non tagli».
Provincia, strade a rischio
«Il contributo di finanza pubblica - commenta Alessandro Fadda, presidente della Provincia - mette a dura prova i bilanci dei Comuni e della Provincia». Fadda, che è abituato a lavorare coi numeri, ricorda che «la Provincia, nel corso del 2025, è chiamata ad accantonare 79mila euro che triplicheranno, raggiungendo i 239mila euro, dal 2026 e sino al 2028. Poi, nel 2029, un’ulteriore impennata sino quasi a 400mila euro. Gli enti locali, dunque, dovranno accantonare somme, in via preventiva, sempre crescenti che ridurranno le risorse a disposizione per fronteggiare la spesa corrente».
Per essere ancora più chiaro, Fadda fa qualche esempio. «In Provincia il contributo di finanza pubblica si traduce nel taglio di due cantonieri sulle strade nel 2025, nel taglio di sei uomini per ogni anno dal 2026 al 2028 sino agli 11 cantonieri in meno per il 2029. Tradotto: meno capacità di fare manutenzioni sulle nostre strade».
La considerazione finale di Fadda è negativa. «Il Governo fa ricadere direttamente sui cittadini il costo delle operazioni di sistemazione dei propri conti, costringendo gli enti locali a ridurre i servizi o ad aumentarne i costi per mantenerli inalterati. Non è più accettabile che le operazioni di revisione della spesa pubblica picchino sempre sugli enti locali e, quindi, direttamente sui cittadini».
Anche Daniele Friggeri, nella duplice veste di vicepresidente della Provincia e di sindaco di Montechiarugolo, è tranciante. «Sono stato uno dei pochissimi sindaci della provincia di Parma, se non l'unico, a lamentarmi per questi tagli già a novembre dell'anno scorso. Oggi, a fronte di queste evidenze numeriche, la lamentela è un grido d'allarme. I tagli non consentono ai bilanci comunali di essere sostenibili». Poi denuncia. «I governi, negli ultimi anni, ci hanno costretto a portare tutte le aliquote al massimo e ad aumentare anche il costo dei servizi a carico delle famiglie». Al peggio non ci sarebbe fine. «Questi ulteriori tagli, immorali e incostituzionali, possono essere l'ultimo passo verso la chiusura e il dissesto di tantissimi enti italiani».
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