ECONOMIA
Le tecniche di riciclaggio si fanno sempre più sofisticate. Gli schemi per «ripulire» denaro di dubbia provenienza cercano sempre nuove strade. Percorsi che passano magari attraverso la moneta elettronica, non ultime le criptovalute, o cercano sponde nel settore dell’oro. Ed è così che le cifre sulle possibili operazioni sospette tornano ad ingrossarsi nel nostro Paese. L’anno 2024 ha in realtà due facce: nel complesso le segnalazioni all’Unità di Informazione Finanziaria sono calate ma gli ultimi tre mesi dell’anno hanno segnato una decisa inversione di tendenza. Di quanti soldi parliamo? Lo spiega la Uif nei suoi «Quaderni dell'antiriciclaggio»: «Gli importi delle operazioni complessivamente segnalate nel semestre superano i 51 miliardi di euro (di cui 48,3 relativi a transazioni effettivamente eseguite), sostanzialmente in linea con gli importi segnalati nel secondo semestre del 2023 (51,5 miliardi di cui 46,3 relativi a operazioni eseguite)». Nondimeno a livello locale il quadro ha luci e ombre. In Emilia-Romagna il trend è negativo nei numeri (e di riflesso, dovrebbe essere positivo nella sostanza) in diverse città: dal meno 9% di Bologna al -12% di Modena e Forlì-Cesena, con Parma oltre -4%. Fa da contraltare il dato di Reggio, che sfiora il 50% di segnalazioni in più. Ma al di là delle singole percentuali, la costante per tutte le nove province rimane la stessa: gli ultimi mesi hanno trainato il rialzo.

Sta continuando in queste settimane? Lo riveleranno fra qualche mese le rilevazioni della Uif, l’Unità di informazione finanziaria che riceve le segnalazioni di operazioni sospette (Sos) da vari operatori. Periodicamente pubblica i dati e l’analisi sui semestri. Ed ecco che abbiamo quindi il quadro completo sul 2024. Le Sos sono cresciute del 3,5% nel secondo semestre: sono 75.375, soprattutto «trainate» dagli ultimi tre mesi appunto. Nel complesso, l’intero 2024 ha visto un calo delle Sos: 145.401, -3,3% rispetto al 2023. Talvolta il sospetto non si tramuta in indagine. Stando ai dati, però, nella stragrande maggioranza dei casi la Uif ha trasmesso la segnalazione di turno agli organi investigativi: 74.017 nel secondo semestre (il 98% dei casi), 143.850 nell’intero anno (99%).
«Nel periodo di osservazione - dice il rapporto della Uif - l’Unità ha avviato 83 procedimenti amministrativi finalizzati all’adozione di un eventuale provvedimento di sospensione di operazioni sospette e ha adottato 11 provvedimenti di sospensione (13,3% delle istanze analizzate) per un valore di 2,9 milioni di euro (erano 94 le istanze valutate nel secondo semestre 2023, di cui 11 con esito positivo, per un valore complessivo di 5,5 milioni di euro)».
Meno banche, più moneta elettronica
Nella sintesi del suo rapporto, l’Autorità spiega che il rallentamento delle Sos è iniziato nel 2024 «in coincidenza con l’obiettivo strategico della Uif volto ad accrescere la capacità selettiva dei soggetti obbligati» e «si è interrotta nell’ultimo trimestre dell’anno, per effetto dell’aumento di segnalazioni provenienti da alcuni operatori del comparto non bancario; la Uif ha quindi avviato interlocuzioni mirate con questi segnalanti per analizzare le cause di tale andamento e definire soluzioni e correttivi volti a perseguire la qualità del flusso segnaletico». Si affina la metodologia di raccolta dei dati e si affronta un riciclaggio sempre più «creativo» (i casi di sospetto finanziamento al terrorismo sono risibili). Fra luglio e dicembre 2024, continua l’analisi della Uif, «è stato registrato un significativo incremento delle segnalazioni trasmesse dagli istituti di pagamento (+42,7% rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente), dagli istituti di moneta elettronica (+16,9%) e dai professionisti (+12,9%), trainati dalla categoria dei notai che, anche per il tramite del Consiglio Nazionale del Notariato, ha aumentato il proprio flusso segnaletico del 14,1% sul semestre omologo. Tra gli altri operatori non finanziari si evidenzia l’incremento dei prestatori di servizi per le cripto-attività (passati da 514 a 1.812 segnalazioni) e degli operatori del settore dell’oro (da 650 a 1.349). Viceversa, per il comparto bancario, che trasmette la quota maggioritaria delle segnalazioni, si conferma la tendenza di continua flessione (-8,3%); in calo anche il flusso segnaletico dei prestatori di servizi di gioco (-15,9%)».
Bene Parma, Reggio è un «caso»
Dove si concentrano maggiormente i «soliti sospetti»? Svetta la Lombardia (al 19,7% del totale); è quasi raddoppiata l’incidenza delle operazioni effettuate all’estero (al 2,1%). Fra le province Milano, Napoli, Prato, Reggio Emilia e Trieste si posizionano ai primi posti per numero di segnalazioni in rapporto alla popolazione.
In Emilia-Romagna, Reggio va decisamente in controtendenza. I dati raccontano una situazione pressoché stabile in regione: 9.781 Sos nel 2024, lo 0,54% meno dell’anno prima. Anche qui con il (già citato) rialzo degli ultimi mesi. Vale anche per Parma, che passa dalle 1.100 segnalazioni alla Uif del 2023 alle 1.049 del 2024. Un calo del 4,64% ma con un’evidente differenza fra i semestri: 457 Sos nel primo - proseguendo un rallentamento iniziato un anno prima - e 592 nel secondo. Un dato semestrale record, per Parma, negli ultimi anni. In termini assoluti è Bologna ad avere il «paniere» di segnalazioni più corposo: 2.052 nel 2024, con un calo di 8,96%. In percentuale, Rimini ha un trend simile: -8,58% ma «solo» 810 Sos. Non passano inosservate Modena (1.498 segnalazioni, -12,24%) e Forlì-Cesena (739, -12,44%). Altri cali delle Sos: Ravenna -6,87%, Ferrara -0,53%.
Le segnalazioni alla Uif aumentano solo... ad Est e ad Ovest di Parma. Piacenza vede una certa stabilità: 270 ogni semestre, +9,09% annuo. Invece è Reggio che spicca: i sospetti di riciclaggio balzano del 49,18%. Nel 2023 le Sos erano 1.220; nel 2024 diventano 1.820. E più di mille sono maturate da luglio in poi.
I flussi dei Money transfer
Come sempre, il corposo documento della Uif si sofferma anche sui money transfer. Parma, con Reggio e Bologna, è fra le province con la maggiore incidenza (ogni 100mila abitanti) di Sos legate a questo canale di invio del denaro.
Da tutta Italia sono arrivate alla Uif 5.054 segnalazioni nel primo semestre (-31,5%) e 4.340 nel secondo (-27,1%).
Quali sono i principali Paesi di destinazione degli importi oggetto di segnalazione? Il primo è il Marocco, con 3 milioni 892mila euro «segnalati». Seguono, nei primi posti la Georgia (2,1 milioni), Romania (1,8 milioni), Albania (1,69 milioni) e Pakistan (1,69 milioni). Non mancano 564mila euro segnalati attraverso operazioni nei money transfer verso destinazioni in Italia. Gli importi «segnalati» via money transfer, in totale, toccano quota 32 milioni 315mila euro a livello nazionale.
Un fenomeno che segue l'economia
Il riciclaggio in Italia può valere fra 1,8% e 2% del Pil. È un fenomeno, non certo sano, che si espande o si contrae di pari passo con l'andamento dell'economia. Nei giorni scorsi la Uif ha pubblicato una stima per il periodo 2018-2022, basandosi sui dati che riceve («depurati» da eventuali elementi non affidabili o distorsioni). In questo modo ha messo a punto un valore che sostituisce le stime circolate in questi anni con metodi contrastanti fra i Paesi e non sempre affidabili. L'autorità spiega che il riciclaggio è «pro-ciclico, ossia crescente nelle fasi di espansione e decrescente nella fasi di recessione».
Negli anni 2018 e 2019 il riciclaggio ammontava a 28,7 e 32 miliardi. Nel 2020 la pandemia colpisce pesantemente anche l'economia e scende così a 28,6 miliardi. Con la ripresa post-Covid, fra 2021 e 2022, torna a salire rispettivamente a quota 33,3 e 35,6 miliardi di euro. Il riciclaggio, aggiunge lo studio, incide in maniera più marcata sul Pil regionale in Lombardia e Lazio e al Sud: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, dove è più forte la presenza della criminalità organizzata sul territorio.
Seguendo la massima einaudiana «conoscere per deliberare», la Uif sottolinea che le cifre possono essere utili per tracciare un quadro del rischio nazionale e locale legato al riciclaggio. E si può misurare la reale efficacia delle nuove norme e dell’attività di prevenzione e contrasto.
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