CONSIGLIO REGIONALE
Infuria la polemica politica dopo le parole pronunciate martedì pomeriggio in assemblea legislativa, da Priamo Bocchi, consigliere regionale di Fratelli d'Italia, durante la discussione sull'adesione alla campagna «Safe place for women» contro la violenza sulle donne.
«Se andassimo ad analizzare il movente, o comunque una spiegazione sociologica, antropologica di tanti episodi di violenza dentro o fuori le mura domestiche, è proprio forse riconducibile e al fatto che l'uomo ha perso un po' di virilità. Si è devirilizzato, è troppo dipendente nella relazione dalla donna e laddove la donna lo respinge o lo allontana va in tilt». Questo lo stralcio dell'intervento di Bocchi finito nella bufera.
Il chiarimento di Bocchi
Il consigliere parmigiano ieri è intervenuto per chiarire il significato delle parole pronunciate: «Credo di avere già spiegato il senso delle mie parole, strumentalizzate in malafede, travisate per allestire una feroce gogna mediatica. Evidentemente viene negata la libertà di esprimere un pensiero diverso rispetto al dogma femminista imperante. Ecco ciò che ho inteso esprimere e che, chiarisco, non ha suscitato alcuna reazione in aula». «L’indebolimento progressivo dell’archetipo maschile, dicono alcuni psichiatri - ha precisato Bocchi - ha generato maschi fragili, depressi, narcisisti, puerili. Le violenze contro le donne sono di vario tipo, vanno condannate e non vanno banalizzate: io mi sono limitato a dire che gli uomini che compiono violenza contro una donna che li respinge, che li allontana, li rifiuta, che interrompe una relazione, sono uomini deboli, puerili, narcisisti, che non si concepiscono autonomi dalla relazione e che ne sono tossicamente dipendenti. Sono per questo poco virili, infantili, deboli. L’uomo virile è un uomo maturo, che la donna semmai la protegge fino al punto di dare la sua vita per lei. Si può non essere d’accordo ma le speculazioni politiche e indegne che sono state fatte sono inaccettabili e la dicono lunga sulla libertà di pensiero che la sinistra ha su certi temi».
Fabio Pietrella
Le polemiche contro Bocchi vedono protagonisti soprattutto esponenti del centrosinistra, ma sulla vicenda è intervenuto anche il deputato di FdI Fabio Pietrella. «Il dibattito sulla violenza di genere merita sempre un’analisi attenta e profonda, senza cadere in semplificazioni. Capisco cosa intende Priamo quando parla di un cambiamento nei ruoli maschili e femminili nella società, ma credo che ridurre episodi di violenza alla cosiddetta “devirilizzazione” sia una lettura parziale e poco utile alla comprensione del fenomeno - ha affermato Pietrella -. La realtà è che la violenza non dipende da quanto un uomo si sente “virile”, ma da quanto è capace di vivere le relazioni con maturità e rispetto. L’evoluzione della società ha portato a un nuovo equilibrio tra uomini e donne, e chi fatica ad accettarlo spesso trova nella frustrazione un alibi per comportamenti sbagliati. Tuttavia non è una questione di forza o di debolezza, quanto di educazione e cultura».
Barbara Lori
Barbara Lori, vicepresidente dell'assemblea legislativa ha parlato di «parole sconcertanti e inaccettabili». «Affermare che la violenza sulle donne possa essere ricondotta alla “perdita di virilità” - ha proseguito - è un messaggio molto pericoloso, che banalizza e quasi giustifica un fenomeno drammatico come il femminicidio. Non possiamo permettere che simili affermazioni trovino spazio nel dibattito istituzionale: contrastare la violenza di genere significa anche opporsi con forza alla banalizzazione di un fenomeno drammatico e complesso».
Matteo Daffadà
« “La gioia all’improvviso” è un bellissimo film che consiglio al consigliere Priamo Bocchi» ha dichiarato Matteo Daffadà, consigliere regionale Pd. «È stato realizzato a Parma dal regista Marco Mazzieri - ha continuato - e racconta con sensibilità e profondità una giornata particolare delle operatrici del Centro Antiviolenza. Il film è una testimonianza potente e toccante che apre gli occhi e non lascia spazio a concetti di retroguardia». «L’intervento del consigliere è stato - conclude - l’ennesima dimostrazione di una tendenza che attraversa questa destra: la negazione del femminicidio e della violenza di genere come emergenza sociale. Un parere mascherato da sottintesi pericolosi che riduce la violenza a un problema individuale e ignora volutamente i dati, le ricerche e le testimonianze di chi ogni giorno lotta contro questa piaga».
Antonio Nouvenne
Antonio Nouvenne (Prospettiva) ha affermato: «Speriamo vivamente che Bocchi non pensi davvero quello che ha detto ma che il suo exploit faccia parte del vortice compulsivo in cui è finito dopo il successo elettorale. I femminicidi non si giustificano con “reazioni isteriche” ma sono conseguenza di una logica di possesso e di prevaricazione nei confronti delle donne che certi uomini considerano “cosa” propria. Anche la pezza di Bocchi, arrivata per giustificare l’uscita in aula regionale, è peggio del buco con il concetto arcaico di uomo virile e la donna da proteggere».
Caterina Bonetti
Caterina Bonetti, assessora comunale alle Pari opportunità, ha commentato: «Sono gravi e da condannare le affermazioni del consigliere regionale Bocchi. Gravi nelle premesse, perché implicano l'assoluzione di chi porta avanti comportamenti violenti e discriminatori nei confronti delle donne, come se la violenza non fosse una scelta, ma una casualità motivata da fattori esterni, gravi nelle conseguenze, perché sostengono una visione culturale per la quale gli uomini sarebbero "vittime" di un impoverimento della loro virilità, quando è il modello della mascolinità tossica e machista a porre le premesse della pressione sociale che sta, in parte chiaramente non solo, alla base dei comportamenti violenti. Comportamenti che però sono sempre scelte».
Potere al Polopo
È intervenuto sulla vicenda anche Potere al Popolo. «Ricordiamo a Bocchi, appassionato di legalità e sostenitore della "sicurezza" - si legge - che la violenza di genere si sviluppa ed alimenta in un sistema di relazioni sociali che attribuisce agli uomini una posizione di superiorità e che occultare la violenza o, peggio, riconoscerla solo in determinati gruppi sociali, non giova né alle donne né agli uomini».
Luca Molinari
© Riproduzione riservata
Chirurgia mini-invasiva
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata