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La storia

Diodato, il menestrello urbano che incanta il San Leonardo

Diodato, il menestrello urbano che incanta il San Leonardo

di Anna Pinazzi

23 Febbraio 2025, 03:01

Può capitare, soprattutto nelle sere d'estate, che al rumore della strada, al viavai di macchine e autobus, si accosti una musica familiare. Una melodia che sa di domenica pomeriggio, condivisione e anche un po' di «balere». Basta tendere bene le orecchie per capire da dove arrivi: dall'alto (sarà un caso?).

Estraniandosi dalla realtà, ecco, da una finestra del secondo piano di via San Leonardo 10, spuntare un uomo con occhiali squadrati, capelli canuti, sorridente. Tra le mani ha una fisarmonica di un rosso intenso, che si gonfia e si sgonfia al ritmo di un classico o una canzone napoletana. Come un respiro. «È il signor Diodato», spiegano i vicini. Lo conoscono tutti in quartiere. Perché ogni giorno, da qualche tempo, allieta residenti e commercianti della zona con la sua musica «di cuore». Lo fa da quella finestra verde del suo appartamento, che diventa una finestra sul mondo intero. Il suo mondo, o il mondo che vorrebbe fatto di «libertà, amore e musica», confida.

Diodato Guida ha «...antacinque anni», preferisce non svelare la sua età, dato che per lui il tempo sembra quasi essersi fermato. Pronuncia quel numero - che non gli «appartiene molto» - con un accento dolce e scanzonato, tipico campano. «Sono nato a Eboli - spiega -, lì ho studiato e lavorato come tornitore, all'epoca stavano costruendo la Salerno-Reggio Calabria: in un momento in cui avevo pochi soldi in tasca ho preferito continuare a lavorare». Poi «il salto». Arriva a Torino, lavora alla costruzione dell'acquedotto: «Un'esperienza bella, che mi ha aperto molto la mente», rivela. Si trasferisce per un periodo a Caserta, ma poi: «Sono tornato al Nord, a Parma c'erano più possibilità», dice. Nel frattempo, il matrimonio con Mimma, la nascita dei figli. «Il tempo per la musica, che è sempre stata la mia passione, era davvero poco - racconta -. Ho ricominciato a suonare circa dieci anni fa, dopo che sono andato in pensione» (ha lavorato per anni alla Barilla, si occupava dell'impiantistica dei forni). Quando la vita gli ha poi regalato tempo libero e tranquillità, il pianoforte di casa sua è diventato non più solo un passatempo, ma «anche un modo per tenere sempre attiva la mente». Suona sempre, il signor Guida, e lo fa ad orecchio: «Non ho mai potuto studiare - ammette - così ho imparato da solo: vede - apre lo sportello della credenza - qui ci sono tutti i libri di musica». Mentre muove le mani sui tasti bianchi e neri, tiene davanti uno spartito che quasi non segue: «Suono a orecchio per lo più - dice -: conosco a memoria le melodie: ascolto e riascolto le canzoni, finché non le interiorizzo e le imparo». Così nasce «una musica di cuore e passione», che con trasporto si affaccia sulla strada di via San Leonardo. «È una cosa bellissima quella che fa il signor Diodato - commenta una vicina di casa -: ha allietato davvero questo quartiere». La pensa così anche il macellaio poco distante dalla palazzina: «Una volta mi ha citofonato e mi ha regalato un piatto di lasagne», sorride Guida.

Per non parlare di quando «i bambini e i ragazzini vengono tutti qui sotto alla finestra - si emoziona Diodato, lo si vede dagli occhi -: a volte li guardo e cerco di capire quali melodie preferiscono. In base a quello, scelgo la canzone, a volte improvviso anche». Può capitare un valzer, un «Per Elisa», ma anche un «Funiculì funiculà»: è lui, il menestrello del San Leonardo, che si lascia trasportare e che sceglie in base al momento. Una carezza per i giorni di noia o per i giorni frenetici. Una speranza per chi ha poco, come era stato per lui da bambino: «Ho regalato tre chitarre a tre bambini - rivela -: sapere di poter avvicinare qualcuno alla musica mi riempie di gioia». Un vero e proprio punto di riferimento per il quartiere: «Quando viene da noi per far due chiacchiere, non manchiamo di fargli i complimenti - spiegano Delfina, Elisa e Giancarlo, della tabaccheria di via San Leonardo - e ci piace vedere i sui occhi che brillano». Brillano così anche quando si affaccia alla finestra mentre tiene tra le mani la sua fisarmonica. Brillano così quando racconta del suo passato. Brillano mentre le note riportano l'allegria in strada e fanno ballare i più piccoli. «Nella vita, per me, viene prima la libertà - confida Diodato -, poi l'amore e poi la musica». Quello che fa, infatti, tiene insieme tutto questo. Regala la possibilità di fermarsi in un altrove, sognare in grande. Giusto il tempo di una canzone.

Anna Pinazzi

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