Il nostro passato
È stata la prima sede strutturata della «Gazzetta». Uno spazio in cui, a fine anni Cinquanta, ha mosso i primi passi come direttore Baldassare Molossi.
Allora in redazione c'erano soltanto una decina di giornalisti, ma non mancavano tenacia e «fiuto» per le notizie.
Ora la sede di via Saffi - utilizzata fino al 1960, quando è avvenuto il trasloco nella vicina via Emilio Casa - verrà demolita per far spazio a un edificio residenziale. Gli spazi, di proprietà comunale, sono stati venduti a un privato. Dopo l'addio della «Gazzetta», in passato lo stabile era diventato la sede di numerose associazioni. All'inizio degli anni Duemila, dopo la dichiarazione di inagibilità della palazzina, il Comune aveva annunciato di voler ristrutturare l'edificio per farne la sede di It.City, la società partecipata che si occupa di sistemi informatici. Giudicato troppo alto il costo per la ristrutturazione, l'edificio è quindi scivolato nel degrado, fino alla scelta di venderlo (con grande fatica) ai privati.
Uno dei componenti della redazione di via Saffi era Bruno Castelli, storico segretario di redazione, oggi 96enne. «Sono entrato in “Gazzetta” nel 1958 e ho mosso i primi passi nella sede di via Saffi - ricorda -. A piano terra c'erano gli uffici dell'amministrazione, mentre la redazione era al primo piano. Salendo la prima rampa di scale c'era una stanza dedicata alla telescrivente, con un addetto alla ricezione delle notizie dell'Ansa. Poi, il primo ufficio era quello di Nuccio Acquarone, per gli interni ed esterni, poi lo sport e quindi la segreteria, mentre l'ufficio del direttore Molossi era l'ultimo».
Allora la vita di redazione era molto diversa da quella odierna. «I cronisti erano poco in redazione - racconta - e spesso arrivavano con il pezzo già scritto. Ricordo che tutte le sere ascoltavamo il giornale radio e mettevamo assieme le notizie dell'Ansa e quelle del Corriere dell'informazione, che usciva al pomeriggio. Eravamo una decina in tutto, molto affiatati. Ci sentivamo una grande famiglia».
«Quando sono stato assunto la tiratura era di 8mila copie - spiega ancora lo stesso Castelli - e Baldassarre Molossi ci aveva riunito nel suo ufficio dicendo che avremmo dovuto raggiungere le 15mila copie». Un obiettivo ampiamente raggiunto e superato negli anni a venire. «Quando ho letto la notizia della demolizione della sede di via Saffi - conclude - subito la mente è corsa a quei tempi. Con un velo di malinconia ho pensato ai tanti ricordi dei bei momenti vissuti».
Luca Molinari
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