Parma Calcio
Dall’Udinese all’Udinese, 166 giorni dopo. Un cerchio che si chiude, per lasciarsi definitivamente alle spalle un avvio da incubo e, più in generale, i primi difficili mesi in Italia. Quella di domani sera in Friuli può essere la partita della svolta di Mandela Keita, che lo scorso 16 settembre, al debutto assoluto in serie A, contro i bianconeri al Tardini si vide sventolare in faccia dall’arbitro Abisso (allora meno indulgente nei confronti del Parma...) un doppio cartellino giallo alla mezz’ora della ripresa, ad appena diciotto minuti dal suo ingresso in campo.
Esordio horror
L’acquisto più oneroso dell’era Krause, che in estate versò dodici milioni di euro (più tre di bonus) nelle casse dell’Anversa, era uno dei più attesi a due settimane dall’arrivo in Emilia ma, tradito dall’emozione e dalla foga, fu protagonista in negativo di un esordio horror, favorendo, tra l’altro, il ribaltone degli uomini di Runjaic che, sotto di due reti al termine del primo tempo, si imposero per 3 a 2 e salirono da soli in testa alla classifica. Percorso differente rispetto al centrocampista belga di origini guineane che ha faticato parecchio ad ambientarsi e trovare la giusta collocazione (e la fiducia) di Pecchia: più delle ammonizioni, altre quattro e una diffida sul groppone, colpiscono, soprattutto, le sei (sì, avete letto bene) sostituzioni ricevute all’intervallo. Nell’ordine, Juventus, Genoa, Lazio, Monza, Venezia e Roma: a prescindere dal risultato maturato fino a quel momento, spesso il primo sacrificato era proprio il ragazzo, classe 2002, di Leuven, che, al netto di un rendimento non certo all’altezza delle aspettative, tornò a far parlare di sé anche a causa del mancato impiego a San Siro col Milan (gli venne preferito Haj Mohamed) e dell’ennesimo cambio «affrettato» nel successivo scontro salvezza di fronte al Lecce, nonostante fosse stato tra i pochi a essersi guadagnato la sufficienza.
La rinascita
Sarà un caso, o forse non lo è, ma, fin dal suo insediamento, Cristian Chivu lo ha messo subito al centro del progetto: nel derby con il Bologna, dove all’andata subentrò solo all’89’, ha giocato l’intera partita dall’inizio alla fine per la prima volta in stagione, alternandosi tra il ruolo di mediano davanti alla difesa, fino all’infortunio di Bernabé e nelle fasi conclusive, e di mezzala, ricoperto nei 75’ con l’innesto di Estevez, che ha preso il posto dello spagnolo e, subito dopo il 2-0 di Sohm, è stato rimpiazzato da Camara. Una doppia versione piaciuta anche ai tifosi (che sui canali social del club lo hanno eletto Mvp) e funzionale al Parma che, nei mesi cruciali del campionato, deve tirare fuori l’animo battagliero, fatto di corsa, lotta, sacrificio, concretezza e zero fronzoli, indispensabile per chi vuole mantenere la categoria.
Sfida nella sfida
Keita, assieme a Ondrejka, ritroverà da avversario l’olandese Jurgen Ekkelenkamp, col quale ha condiviso un anno e mezzo all’Anversa e che in settembre, inserito da Runjaic al rientro dagli spogliatoi, contribuì a capovolgere l’esito del match al Tardini. I tre gol, uno a Napoli più la doppietta all’Empoli, nelle ultime tre giornate, che gli hanno permesso di prendersi una maglia da titolare come esterno sinistro nell’inedito 4-4-2 di queste settimane, lo rendono uno degli elementi da tenere maggiormente d’occhio ma il «nuovo» Mandela, che lo conosce bene, non ha nessuna intenzione di perdere la sfida nella sfida con l’amico. Anche per chiudere i conti con il passato.
Marco Bernardini
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