I funerali
«Io, un giorno crescerò e nel cielo della vita volerò», cantavano i Nomadi. Ed è proprio sulle note della celebre «Io vagabondo» che Matteo Dadomo - scomparso un mese fa mentre si trovava in crociera - ha compiuto il suo ultimo viaggio, nella gremita chiesa dell'Annunziata.
Una canzone che amava profondamente e che, come ricordano gli amici, voleva cantare sempre, in ogni spettacolo. Un brano particolarmente significativo, perché Matteo, in fondo, un po’ vagabondo lo era davvero: la sua immensa passione per i viaggi e il desiderio di scoprire il mondo lo rendevano un eterno esploratore. Ad accoglierlo, una folla commossa di amici e parenti. Quando il feretro ha varcato la soglia della chiesa, gli abbracci tra i presenti si sono fatti più stretti, quasi a cercare conforto per una perdita così prematura, avvenuta a soli trentun anni. «Matteo è venuto tante volte a pregare in questa chiesa – ricorda padre Secondo Ballati – e ora siamo qui per manifestargli la nostra stima, la nostra amicizia e, soprattutto, per rafforzare la nostra fede. Perché non lo abbiamo perso: lui continua a essere qui con noi. Matteo ci ha lasciato un grande insegnamento. Spesso pensiamo che per aiutare gli altri servano salute, soldi e giovinezza. Matteo ci insegna che, anche quando la salute viene meno, ciò che conta è l’entusiasmo di dedicare la propria vita agli altri».
Sì, perché la sedia a rotelle, il suo triride su cui sfrecciava tra le vie della città, non lo ha mai fermato. Anzi, è stata la spinta che lo ha portato a vivere con ancora più intensità, sempre pronto ad aiutare il prossimo. Dall’Assistenza pubblica all’Avis, il volontariato era una parte fondamentale della sua vita. «Ci ha insegnato la costanza e il valore del servizio agli altri – prosegue padre Secondo –. La sua vita, per quanto breve, è stata un dono e ora non siamo qui solo per salutarlo, ma per ricordarlo e per apprendere da lui che nessuna esistenza è sprecata, se vissuta con intensità. Speriamo che il suo entusiasmo ci accompagni, perché lui non ne è mai stato privo».
Anche in un momento così doloroso, amici e familiari hanno scelto di onorare il suo impegno per la felicità e la gioia di vivere. «Le canzoni che abbiamo scelto per accompagnarti non sono tristi – racconta un’amica –. Ti abbiamo sentito brontolare mentre preparavamo la scaletta, così abbiamo tolto i brani malinconici e scelto quelli che parlano di vita, di pace, di gioia nello stare con Dio. Siamo qui per te. Poco importa se le nostre strade ci hanno portato lontano. Ciò che abbiamo costruito insieme continua e continuerà ad esistere».
Il ricordo degli amici
«Senza di te siamo persi, ora vola nel cielo della vita»
Durante il funerale, gli amici di Matteo hanno voluto dedicargli queste parole, piene di affetto e nostalgia. «Ti abbiamo aspettato ed ora, finalmente, ti abbiamo accolto di nuovo. In queste lunghe settimane abbiamo immaginato tanti momenti: te che ridi, mentre noi qui – persi e vuoti – cerchiamo risposte. E ci accorgiamo che quel breve tratto di strada percorso insieme non è stato così breve, perché pieno di affetto, di momenti passati insieme, di risate, ma anche di conforto, di confronto, di amicizia vera e sincera. C’è un disegno per ognuno di noi e, anche se ci vorrà un po’ di tempo ad accettarlo, chi – come noi – crede, sa che il tuo era quello di chiudere così: spensierato, in giro per il mondo, in uno di quei viaggi in nave che tanto amavi, con un bicchiere di Franciacorta sulla prua. Di te hanno già detto tanto: che eri sempre in pista, attivo nel volontariato, nello sport. Non ti fermava niente e nessuno. Sfrecciavi come un missile sul tuo triride per le strade del nostro Oltretorrente: per tutti un saluto, due parole e poi via di nuovo. Quando arrivavi, ti sentivamo in anticipo con la tua cassa portatile con la musica e il campanello squillante con il quale ti aprivi la strada.Dì la verità, quando sei arrivato, San Pietro ti ha aperto subito: sarà anche anziano e magari un po’ sordo, ma con quel campanello e con il casino che avrai fatto, non poteva non aprirti! “E nel cielo della vita, volerai”.Fai buon viaggio».
Laura Ruggiero
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