Lettere al direttore
Gentile direttore,
qualche giorno fa trovandomi presso il rifugio Rosetta sull’altipiano delle Pale di San Martino di Castrozza a circa tremila metri di altitudine, mi sono visto «costretto» ad intervenire per spiegare alcune cose ad una signora che si lamentava del suo cane, un bassotto, che non poteva lasciare solo in casa perché distruggeva a morsi tutto ciò che gli capitava a tiro.
Dicevo che mi sono visto «costretto» ad intervenire dopo aver osservato la signora baciare e accarezzare il proprio cane ogni 4-5 minuti. Un’ossessione per il povero animale! Ho allora spiegato alla signora che passare tutto il tempo ad accarezzare e baciare il cane senza un reale motivo, poteva creare seri problemi all’animale dato che quando poi si smette di farlo perché magari si esce di casa, non riuscendo a tollerare l’abbandono temporaneo, in preda all’ansia, è quasi normale che il cane finisca per rosicchiare e distruggere ciò che gli sta attorno, siano questi mobili o suppellettili domestiche, sfogando così la propria frustrazione.
E’ questo uno dei tanti sintomi di quella patologia abbastanza frequente che si chiama «ansia da separazione» e che colpisce, ahimè, molti compagni dell’uomo. Ho spiegato alla signora che se per gli esseri umani baciarsi e accarezzarsi è dimostrazione di affetto e di amore, per i cani, che appartengono ad una specie diversa, non è la stessa cosa anche se dimostrano di tollerare questo comportamento umano: «Che strano modo di fare del mio padrone, deve avere parecchi problemi»! Devo dire che dialogando con la signora ho attirato l’attenzione di alcuni proprietari di cani che, incuriositi, si sono avvicinati per chiedermi di spiegare loro il perché di certi comportamenti dei propri pelosi. Alla fine hanno dovuto riconoscere di aver commesso tanti errori.
Parma, 12 marzo
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