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Processo

Condannato il muratore «picconatore»

Condannato il muratore «picconatore»

21 Marzo 2025, 03:01

Opposte vedute. Ai proprietari di una casa di strada Argini Enza il modo in cui un muratore aveva sistemato il loro bagno non andava proprio giù. Stando al loro punto di vista, era già tanto che non chiedessero i danni: figurarsi pagare. Di ben altro avviso l'artigiano, un 56enne di origini calabresi. Ai suoi occhi, quel bagno era fatto a regola d'arte: pretendeva quindi che il proprio lavoro fosse riconosciuto e il conto saldato fino all'ultimo euro.

La discussione andò avanti per un po', con le richieste del muratore sempre più pressanti e sempre più risoluti i «niet» da parte di chi aveva commissionato l'intervento contestato. Di solito, chi non riesce a trovare un accordo si rivolge a un avvocato, cominciando la trafila di una causa civile. Invece, a un certo punto, qui a mettersi in rotta di collisione non furono più le idee delle due parti, ma gli attrezzi del mestiere del 56enne con la casa della famiglia per la quale aveva prestato la propria opera. Come aveva ampiamente annunciato, un giorno infatti tornò non più per costruire, ma per seminare distruzione.

Una «giustizia» fai da te, nella quale al posto del martelletto del giudice entrarono in scena la mazzetta e il piccone del muratore. Era il pomeriggio dell'8 gennaio 2020, e questa volta i «lavori» furono eseguiti all'esterno. Armato di mazzetta, l'uomo cominciò a prendersela con le finestre al pianterreno: della cucina, della sala da pranzo, della tromba delle scale. Ovviamente si dedicò anche agli infissi esterni del bagno causa della contesa.

Quindi, toccò ai muri esterni, questa volta presi a picconate, così come tre coppie di scuri, il tombino del pozzo e i cavi elettrici del suo motorino. Del vigoroso «bussare» fece le spese anche il campanello, che finì in briciole. Fatto questo, il muratore tolse il disturbo. Ai proprietari della casa in questione non restava che denunciare quanto appena subito. Accusato di danneggiamento e di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, il 56enne è stato condannato a sei mesi (con pena sospesa) dal giudice Giuseppe Saponiero, dopo che il pm Lino Vicini ne aveva chiesti quattro. A suo carico, inoltre, una multa di cento euro e le spese processuali.

rob.lon.

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