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Verso il Verona

Il Parma deve (anche) sfatare un tabù: al Bentegodi non vince da ventiquattro anni

Il Parma deve (anche) sfatare un tabù: al Bentegodi non vince da ventiquattro anni

di Vittorio Rotolo

27 Marzo 2025, 03:01

Tre valide ragioni per espugnare il Bentegodi.

La prima, la più importante, è dettata dalle esigenze di classifica: al Parma questi benedetti tre punti servirebbero come l’acqua dopo una lunga traversata nel deserto. La tanto attesa svolta in chiave salvezza può e deve passare da qui.

La seconda, più romantica se vogliamo: onorare al meglio il traguardo delle 1.000 partite disputate in serie A.

La terza è buona ai fini delle statistiche ma va tenuta ampiamente in considerazione: sfatare un tabù che nella città di Romeo e Giulietta dura da ben 24 anni. L’ultimo acuto gialloblu in casa del Verona è datato infatti 28 gennaio 2001: finì 0-2, con la doppietta messa a segno da Marco di Vaio. Una partita che passerà alla storia per essere stata l’ultima da allenatore di Arrigo Sacchi. Il tecnico di Fusignano, tre giorni dopo, rassegnerà le proprie dimissioni: colpa dello stress, spiegherà.

1997, gioia Champions

In casa dell’Hellas il Parma blindò il secondo posto - miglior piazzamento nella sua storia nella massima serie - conquistando una storica qualificazione in Champions League. Era il 1° giugno 1997. Carlo Ancelotti, allora sulla panchina gialloblu, festeggiò grazie gli acuti di Chiesa (autore di un delizioso pallonetto) e Crespo, in risposta all’iniziale vantaggio dei padroni di casa ad opera di Orlandini, già promesso sposo del Parma. E indovinate un po' chi era l’allenatore dell’Hellas, quel giorno: Gigi Cagni. A lui, nell'estate del 2008, il club crociato avrebbe affidato il compito di riportare la squadra in A, dopo la dolorosa retrocessione. Progetto naufragato praticamente sul nascere, anche se poi la promozione arriverà ugualmente. E con un altro doppio ex di Verona e Parma: Francesco Guidolin.

La “fatal Verona”

Storicamente indigesta, la trasferta di Verona. Non soltanto al Milan, che qui perse ben due scudetti a distanza di 17 anni l’uno dall’altro (nel 1990 c’era proprio Sacchi sulla panchina rossonera). Anche per il Parma il Bentegodi è stato spesso avaro di soddisfazioni. Tre sole vittorie ottenute nei 30 precedenti. Due le abbiamo descritte. La prima in assoluto, invece, risale addirittura il campionato di serie B stagione 1964/65: 0-1, gol decisivo di Paggi nella ripresa.

Ventidue le sconfitte, la più rocambolesca il 20 febbraio 2000. Una sfida che ha tanti incroci coniugati al passato e al futuro, quella. A partire dai due condottieri: Alberto Malesani guida il Parma, ma un anno e mezzo dopo andrà al Verona; Cesare Prandelli è sulla panchina dell’Hellas: due anni più tardi farà il percorso inverso rispetto a quello del suo collega. Presidente del Verona è Giambattista Pastorello, tra gli artefici dei trionfi dell’era Tanzi. In campo, fra le fila del Verona, ci sono Frey, Diana, Apolloni, Falsini, Adailton e Morfeo. Ed è proprio quest’ultimo a guidare la clamorosa rimonta degli scaligeri, passati in vantaggio al primo minuto di gioco con Brocchi e ribaltati in 20 minuti da Stanic, Fuser e Crespo. La punizione di Morfeo in avvio di ripresa dà la scossa al Verona che trova il pari con Colucci poco dopo e si prende i tre punti grazie a Melis che, a 10' dalla fine, approfitta di un pasticcio difensivo tra Lassissi e Thuram. Una battuta d'arresto che, a conti fatti peserà come un macigno sui destini del Parma, al netto del clamoroso gol annullato a Cannavaro contro la Juve. I gialloblu di Malesani chiuderanno al quarto posto in coabitazione con l’Inter: per assegnare l’ultimo biglietto per la Champions sarà necessario lo spareggio. Si giocherà, guarda un po' che coincidenza, al Bentegodi: sarà Roberto Baggio, in maglia nerazzurra, ad affossare il Parma con una doppietta.

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