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Uno si è salvato

Varsi, cagnolini avvelenati con il topicida

Varsi, cagnolini avvelenati con il topicida

di Lisa Occhi

31 Marzo 2025, 03:01

 Non uno, ma ben due avvelenamenti avvenuti contemporaneamente. Le vittime sono due sventurati cagnolini del comune di Varsi, nella frazione Michelotti. Miki se l’è cavata in extremis, ma a Nilo è toccata la peggiore delle sorti.

Si suppone che i due cani, appartenenti a padroni diversi, abbiano ingerito i bocconi avvelenati nello stesso momento, poiché entrambi hanno cominciato a presentare i primi sintomi simultaneamente.

«Ci siamo accorti che Miki perdeva sangue» racconta Goyat Gilberte, di origine francese, padrona di Miki insieme al marito Giuseppe Tibaldi. «Abbiamo chiamato la veterinaria, che ci ha dato una terapia, ma questa non ha funzionato. La mattina presto mi sono alzata e ho visto molto sangue dove aveva dormito il cane, così l’abbiamo portato con urgenza in clinica a Parma. Respirava appena e non apriva nemmeno gli occhi».

La bestiola è stata dunque trasportata all’Ospedale veterinario universitario didattico, dove è stata diagnosticata un’intossicazione da rodenticidi (veleno per roditori). Dopo tre giorni in terapia intensiva, Miki è tornato a casa e si è rimesso completamente.

Una sorte straziante, invece, non ha risparmiato il compagno di giochi di Miki: Nilo. «Ho notato che Nilo perdeva sangue e ho chiamato la veterinaria, che mi ha indicato farmaci da somministrare e istruzioni su come curarlo». Inizialmente si sospettava un’infezione alle vie urinarie, ma il cagnetto continuava ad aggravarsi ed è stato portato all’ospedale veterinario dove era ricoverato anche Miki.

Nilo aveva un’intossicazione più avanzata, che aveva compromesso reni e vescica e, sebbene non si sia lasciato nulla di intentato - trasfusioni, operazioni, somministrazioni di farmaci -, il cagnolino non dava segni di miglioramento e non lasciava speranze di sopravvivenza.

Corrado Civetta, padrone del piccolo Nilo, ha quindi deciso, insieme al personale medico, di non prolungare ulteriormente la sua sofferenza. Non si conosce la precisa ubicazione in cui è avvenuta l’ingestione del cibo avvelenato, ma Miki non si allontanava mai dai suoi padroni e la notte dormiva sempre in casa, per paura di cadere vittima dei lupi che girovagano nella zona. Si suppone quindi che si sia nutrito del cibo avvelenato nei pressi della propria abitazione, lo stesso luogo dove, molto probabilmente, anche Nilo ha trovato il boccone letale.

I proprietari di Miki hanno segnalato il fatto al Comune e sono fermamente intenzionati a sporgere denuncia. Di recente, nella stessa zona «hanno trovato una volpe morta per le stesse cause» racconta la signora Goyat, la quale confida in una maggiore attenzione e controllo da parte delle autorità competenti, allo scopo di scongiurare ulteriori decessi da avvelenamento.

Lisa Occhi

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