ANZIANI
Scossone ai vertici dell’Asp Distretto di Fidenza, l'Azienda pubblica di servizi alla persona che comprende tra i soci i Comuni di Fidenza, Fontanellato, Fontevivo, Noceto, Polesine Zibello, Roccabianca, Salsomaggiore Terme, San Secondo Parmense, Sissa-Trecasali e Soragna: martedì, al termine della seduta del consiglio d’amministrazione, due dei suoi tre membri hanno rassegnato le dimissioni.
A lasciare l’incarico sono stati la vicepresidente Clelia Bergonzani e il consigliere Domenico Beraldi e, secondo l’articolo 20 dello Statuto, questo comporta la decadenza automatica dell’intero consiglio di amministrazione, guidato dal febbraio dell’anno scorso da Davide Vanicelli.
Secondo alcune indiscrezioni, alla base della rottura ci sarebbe il malcontento legato a uno stile di gestione «eccessivamente personalistico da parte del presidente», che avrebbe agito in più occasioni senza il coinvolgimento del cda.
I consiglieri dimissionari avrebbero inoltre espresso perplessità su convocazioni effettuate con scarso preavviso e su una gestione percepita come distante dagli indirizzi dell’assemblea dei soci.
Inoltre, alla base della scelta, ci sarebbero anche questioni legate ad un malessere diffuso tra alcuni Comuni soci e alla mancanza di un confronto approfondito su questioni strategiche.
In merito a queste critiche, il presidente Vanicelli (che ieri, contattato dalla Gazzetta, ha preferito al momento non commentare) avrebbe respinto l’ipotesi di una crisi insanabile, rivendicando la solidità dell’azienda e i conti in ordine.
L’Asp «Distretto di Fidenza» è un pilastro del welfare locale: dal 2008 eroga servizi sociali, educativi e socio-sanitari rivolti ad anziani, minori, adulti e persone con disabilità, mettendo al centro del proprio mandato la cura della persona, la vicinanza umana e la solidarietà. L’azienda, nata dalla fusione e trasformazione di sette storiche Ipab del territorio, oggi rappresenta un punto di riferimento per il benessere delle persone anche grazie al lavoro svolto dal Centro per le Famiglie e da numerosi servizi a sostegno della genitorialità e della coesione sociale. Il dado è però tratto: entro dieci giorni il presidente dell’Assemblea dei soci dovrà convocare l’assemblea stessa – composta dai rappresentanti degli undici Comuni soci dell’ente e da quelli delle realtà religiose espressione delle ex Ipab confluite nell’Asp – per procedere alla nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione. Una scelta delicata, che arriva in un momento in cui la società è chiamata a gestire partite importanti per il sistema di welfare territoriale.
r.c.
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