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Polemica

Aggressione alla Brigata ebraica, «tradita la Resistenza»

Aggressione alla Brigata ebraica, «tradita la Resistenza»

di Roberto Longoni

27 Aprile 2025, 03:01

Non così libera la festa per la Liberazione. Per niente liberi di prendervi parte i custodi della memoria della Brigata ebraica, dalla quale il diritto a sfilare il 25 aprile fu conquistato nello sfondamento della linea Gotica (38 caduti e una settantina di feriti nelle ultime settimane di guerra). E questo a Parma, città medaglia d'oro della Resistenza.

Il caso era scoppiato con un corteo «lapidato» dagli insulti per i rappresentanti della Brigata, alla fine convinti dalla Digos, per acquietare gli animi, a ripiegare lo striscione. Alcuni hanno espresso in modo tempestivo, lo stesso 25 aprile, solidarietà ai manifestanti ostracizzati: da Gabriella Corsaro, consigliera comunale Pd, a Simone Guarnelli, coordinatore provinciale del Movimento 5 stelle e Matteo Agoletti e Milena Rondinone, rispettivamente coordinatore provinciale e cittadina di Forza Italia. Al tempo stesso, di fronte a un fatto tanto grave anche i silenzi urlavano. E così a polemica si è aggiunta polemica. «Il Comune di Parma, lo stesso che ha aderito al Manifesto del linguaggio non ostile - dichiara Priamo Bocchi, consigliere regionale di FdI, solidale con la Brigata ebraica già venerdì - ha consentito e tollerato, nel silenzio assordante del suo primo rappresentante, che il 25 aprile andasse in scena un autentico linciaggio antidemocratico».

«A Parma - ha detto l'altra sera a Zapping su Radiouno Davide Romano - i rappresentanti della Brigata ebraica sono stati aggrediti e non sono stati adeguatamente protetti e hanno dovuto ritirarsi. Un grave sfregio non solo alla Brigata ebraica, ma all'intera Resistenza». Una ferita, per il presidente del Museo della Brigata ebraica a Milano, che ha aggiunto: «Mi spiace che il sindaco di Parma non abbia detto una parola su questo scempio».

Le tanto attese parole sono arrivate il giorno dopo. «La festa della Liberazione celebrata ieri (venerdì, ndr) così partecipata e così gioiosa - dichiara Michele Guerra - è stata macchiata dalla contestazione che ha portato la Brigata ebraica a lasciare la manifestazione. Siamo stati aggiornati dalla questura, ai cui uomini va il mio ringraziamento, e da una nostra consigliera che è stata presente durante tutto lo svolgersi di questo attacco dei toni inaccettabili. Per questo sia io che il Presidente del Consiglio abbiamo preso contatto con i manifestanti e con il presidente della Comunità ebraica, per esprimere la nostra solidarietà rispetto all’accaduto. Se c’è un luogo che respinge la violenza, quel luogo è e dev’essere proprio la piazza del 25 aprile».

«I continui tentativi di strumentalizzazione su ciò che accade in Medioriente - ha concluso il sindaco - sono i peggiori nemici della pace che tutti vogliamo. Quei fatti meritano un’attenzione diversa e più fattiva da parte della politica».

Solidarietà a nome di tutta la Provincia viene espressa alla Brigata ebraica e a tutta la Comunità ebraica di Parma dal presidente Alessandro Fadda: «La piazza del 25 Aprile è il simbolo di pace, per questo è per sua natura inclusiva». Per Michele Alinovi, presidente del Consiglio comunale, che ringrazia «la Questura e la consigliera comunale e chi è stato vicino alla Brigata ebraica in quei momenti di tensione» si è trattato di «attacchi e minacce inaccettabili sia nella forma che nella sostanza. Una città orgogliosamente antifascista come Parma non può tollerare che venga impedita la partecipazione di una brigata partigiana al corteo del 25 Aprile o che vi siano ombre di antisemitismo nella nostra comunità, che da sempre onora il Giorno della Memoria condannando senza mezzi termini la vergogna delle leggi razziali del ventennio fascista e l'orrore dell'Olocausto. Dobbiamo tenere distinto ciò che sta accadendo oggi tragicamente in Israele e a Gaza contro civili inermi, da ciò che è accaduto altrettanto tragicamente nel secolo scorso».

Civiltà parmigiana parla di un «clima di ostilità e violenza che tradisce lo spirito del 25 Aprile e svuota di senso le celebrazioni della Liberazione» e del «profondo scollamento tra parole e fatti: mentre in piazza le autorità parlavano solennemente di libertà, democrazia e memoria condivisa, nel corteo non si permetteva la tranquilla partecipazione di chi ha contribuito in prima linea a conquistare quei valori». «La Brigata Ebraica - sottolinea Luca Amadasi - non è il governo di Israele, per questo Più Europa Parma esprime solidarietà alle vittime dell'aggressione e condanna gli episodi di intolleranza». Sdegno per l'accaduto anche da parte di Azione Parma: «La giornata del 25 Aprile del 2025 a Parma sarà ricordata, tristemente. Spiace anche che nelle orazioni ufficiali gli intervenuti non abbiano trovato un momento per richiamare e condannare l'accaduto».

Roberto Longoni

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