Progetto
Scarichi di attività produttive, rifiuti fognari, pesticidi e fertilizzanti; sono solo alcune delle sostanze che impattano negativamente sulle acque di Parma. Il progetto internazionale «Fresh water watch» arriva nella città emiliana per contrastare questo fenomeno, e lo fa coinvolgendo direttamente la cittadinanza locale. Quello portato avanti dall’associazione «Parma sostenibile», sarà infatti la più grande iniziativa di monitoraggio delle acque di Parma, dove i protagonisti saranno gli stessi abitanti, chiamati a partecipare per analizzare in particolare le quantità di nitrati e fosfati in 42 siti, individuati nei confini amministrativi del Comune attraverso la co-progettazione partita a gennaio.
Le attività si svolgeranno tra giugno 2025 e maggio 2027, soprattutto grazie al bando a due fasi «Comunità sostenibili» di Fondazione Cariparma, che ha messo a disposizione 89.500 euro, su un totale di risorse per il progetto di 112.300 euro, e altri 9mila a sostegno dell’accompagnamento progettuale. «L’iniziativa - spiega Francesca Riolo, responsabile del progetto per «Parma sostenibile» - risponde al bisogno di intervenire sulle problematiche presenti, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi della direttiva quadro sulle acque dell’Unione Europea. Il metodo migliore per coinvolgere la cittadinanza è la cosiddetta “citizen science”, che è la scienza dei cittadini, dove sono loro i principali attori».
«Il focus del monitoraggio sarà principalmente su nitrati e fosfati, oltre al carico di sedimenti nelle acque e l’inquinamento microbiologico, attraverso per esempio l’isolazione del batterio escherichia coli. Ci concentreremo principalmente su acque superficiali, ma è prevista anche un’importante parte dedicata alle acque sotterranee, con 10 siti; grazie alla collaborazione con l’università di Parma, infatti analizzeremo alcuni pozzi e soprattutto le risorgive nella zona di Beneceto». Oltre all’ateneo parmigiano, il partenariato alla base del progetto ha al suo interno anche 17 associazioni e gruppi informali del territorio, il centro per la riqualificazione fluviale «Cirf» e l’istituto per la ricerca ambientale «Ispra».
Un’app per i dati
Nelle vesti di advisor internazionale per il bando di «Fondazione Cariparma», la no-profit «Earthwatch Europe», con sede centrale in Inghilterra, seguirà le fasi del monitoraggio, fornendo i protocolli, i kit di misurazione già standardizzati e un’applicazione, che permetterà ai cittadini di caricare i dati raccolti. «Ogni sei mesi - spiega Riolo - si terranno degli incontri in cui si restituiranno questi risultati, con l’analisi e l’interpretazione delle indicazioni sullo stato delle acque. Nei mesi di febbraio e marzo abbiamo preparato una squadra di formatori, che avranno poi il compito di trovare due o tre cittadini per ogni sito, per fare le misurazioni necessarie. Il reclutamento degli abitanti avviene sia attraverso i canali di tutti i partner del progetto, sia attraverso annunci pubblici, quindi di promozione del progetto».
Oltre alle attività mensili di monitoraggio, l’iniziativa prevede anche due eventi ad ottobre 2025 e ottobre 2026, chiamati «Water blitz», che inviteranno a partecipare l’intera popolazione parmigiana, per analizzare un corpo idrico a scelta all’interno del Comune. Per presentare gli obiettivi e le modalità del progetto, il workshop «Aspettando fresh water watch», dello scorso settembre, ha visto la partecipazione degli enti competenti in materia, tra i quali il Comune, l’agenzia Arpae, la regione Emilia-Romagna e l’Autorità distrettuale di bacino del Po. Un momento di confronto, organizzato all’università, che ha rappresentato il primo atto importante del percorso legato al monitoraggio.
I rischi per l’ecosistema
Le attività del progetto di «Parma sostenibile» si concentreranno, come già spiegato, su nitrati e fosfati, la cui presenza nelle acque in quantità elevate può portare ad un carico eccessivo di nutrienti, che è alla base dell’eutrofizzazione. Questo fenomeno porta alla crescita di alghe e altri organismi vegetali, che sottraggono ossigeno al resto della fauna, causando quindi il collasso della biodiversità. «Quella di “Parma sostenibile” è una progettualità innovativa per la nostra città - dice Ilaria Conti, responsabile della linea d’azione «Trasformazioni urbane e del territorio» di Fondazione Cariparma -, che non solo ha a cuore tematiche ambientali imprescindibili, ma che unisce competenze, professionalità e profili di natura diversa». «Nel nostro percorso di lotta alle disuguaglianze - aggiunge Franco Magnani, presidente della Fondazione - crediamo che la sostenibilità debba andare di pari passo con l’inclusione sociale, perché tutti meritano un ruolo attivo nella costruzione di un domani più sostenibile».
Pietro Amendola
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