×
×
☰ MENU

Parma Calcio

Enig-Man: è un problema o una risorsa?

Enig-Man: è un problema o una risorsa?

di Marco Bernardini

09 Maggio 2025, 03:01

Trasformare i fischi in applausi, la rabbia mostrata alla fine della partita contro il Como in energia positiva. É questa l'ultima missione di Dennis Man che sta vivendo le settimane più difficili della sua avventura al Parma, vicina al capolinea, lunga quattro anni e mezzo ma lavora duramente ogni giorno a Collecchio per provare a chiudere a testa alta una stagione tanto promettente in avvio quanto deludente alla distanza.

Riconquistare una maglia da titolare, anche se il 3-5-2 lo penalizza oltremisura, e magari segnare il gol salvezza ad Empoli: l'esterno romeno ha le idee chiare in testa e dovrà solo convincere (non sarà semplice) il connazionale Chivu, che, al pari di capitan Delprato, lo ha sostenuto e rincuorato pubblicamente nel post partita di sabato scorso. «Man è un ragazzo che va aiutato dal punto di vista mentale, non vive un momento facile. Come squadra non abbiamo nulla da rimproverargli, vediamo il suo atteggiamento in allenamento e fuori dal campo. Sappiamo quanto è importante, la sua qualità può fare la differenza in questa squadra. Lo difenderò alla morte, perché ha tanta qualità e abbiamo bisogno di Man come di tutti gli altri per raggiungere l'obiettivo».

In fondo, le sei occasioni create in poco più di mezz'ora da subentrante tra Lazio e Como non possono passare inosservate, segno che il ragazzo è entrato con la testa giusta e vuole fare di tutto per mettere in risalto le sue indubbie qualità tecniche, accompagnate, però, da evidenti fragilità caratteriali. Il calcio alla bottiglietta, le lacrime di delusione, il «giallo» delle foto eliminate e poi ricomparse su Instagram sono tutti sintomi tangibili del malessere di Man, che non segna dallo scorso 1° dicembre (in totale quattro reti in 33 presenze) e solo nella passata stagione in serie B (tredici gol e sei assist tra campionato e Coppa Italia) è riuscito a giustificare l'enorme investimento del Parma che nel gennaio del 2021 lo acquistò per 13 milioni di euro più due di bonus. Dopo la cavalcata in cadetteria, che doveva essere un punto di svolta, un buon Europeo, il rinnovo fino al 2027 e l'inizio spumeggiante in A, due reti al Tardini nelle prime due partite con Fiorentina e Milan, prima di imboccare un tunnel apparentemente senza via d'uscita. In principio di nuovo anno, i problemi fisici alla schiena (veri o presunti tali), la trattativa mai decollata per il trasferimento alla Fiorentina poi l'esonero di Pecchia, l'unico allenatore in grado di valorizzarne il talento seppur a sprazzi, e il divorzio dallo storico agente Giovanni Becali.

Già in passato, anche per struttura fisica e caratteristiche, ci aveva abituato a partire forte nelle prime giornate e perdere smalto e brillantezza nella seconda metà del campionato ma quello che doveva essere il leader indiscusso della squadra è diventato ora il capro espiatorio per i tifosi che, più del clamoroso errore a porta sguarnita contro i lariani, non gli perdonano un atteggiamento sbagliato, sul piano di impegno e sacrificio al servizio del gruppo. Il rapporto con la piazza sembra irrimediabilmente compromesso ma, tralasciando qualsiasi discorso relativo al suo futuro da affrontare poi in estate, il giocatore più pagato della rosa ha l'obbligo morale di tornare a far vedere quello che vale: e, come nelle favole più belle, chissà che non tocchi proprio a lui realizzare la rete più importante della stagione.

Marco Bernardini

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI