×
×
☰ MENU

Corniglio

Lite per il taglio dell'erba, vicini a processo

Lite per il taglio dell'erba, vicini a processo

di Roberto Longoni

09 Maggio 2025, 03:01

Si fa presto a dire la pace della campagna. Metti due persone a portata l'una dell'altra e molte volte ne avrai una di troppo. Sulla maestosa serenità delle nostre valli prevale spesso l'astio quotidiano dei rari abitanti l'un contro l'altro schierati, quasi sempre per futili motivi.

In questo caso, in una sperduta frazione del Cornigliese, a far traboccare il vaso tra due vicini non fu una goccia d'acqua, ma - sommati ai pregressi attriti - i fili d'erba appena tagliati da un allora 71enne nel proprio campo.

Era il mattino di ferragosto del 2021. Di ritorno dalla colazione con i parenti a Corniglio, un allora sessantenne salutò (e nemmeno questa azione è sempre gradita) colui che falciava, chiedendogli però di raccogliere l'erba prima che si seccasse e fosse sparpagliata dal vento sullo stradello accanto. Non è dato sapere se l'altro salutò a sua volta, mentre alla richiesta rispose. Mandando il sessantenne a spigolare (a falciare aveva già pensato lui).

Poi, non si sa bene come, sarebbe entrata in scena la falce, la «ferra» all'antica, da «tristo mietitore». Due volte, secondo quanto denunciato ai carabinieri, la parte offesa sarebbe stata colpita al petto dalla base squadrata tra manico e lama. L'uomo ha anche raccontato di essersi ripreso in tempo per spingere via l'altro che si stava girando, per sferrargli un fendente. La falce l'avrebbe così solo preso di striscio, tagliandogli la camicia. L'altro, invece, ha sostenuto di essere rovinato a terra per lo spintone. «Lui è più giovane di me e peserà 110 chili, mentre io sono malato: sarei stato un matto a volerci fare a botte» ha dichiarato. Fatto sta che comunque al sessantenne il medico curante diagnosticò lesioni giudicate guaribili in una ventina di giorni.

Nell'arringa, l'avvocato Laura Ferraboschi, titolare della difesa, ricordando l'infanzia in campagna, ha simulato l'ampio gesto compiuto da chi falcia a mano. «La parte offesa, non vista, è arrivata alle spalle del mio assistito: è stata colpita non volontariamente» ha detto, chiedendo l'assoluzione del cliente. Di ben altro avviso il pm Lino Vicini, che ha chiesto otto mesi di reclusione per l'imputato. «Assoluzione per particolare tenuità del fatto» ha infine stabilito il giudice Giuseppe Saponiero. Chiusa la parentesi giudiziaria, il 75enne e il 64enne sono così tornati alla condanna della comune vicinanza. Del resto, «l'inferno sono gli altri» diceva Sartre. In città come in campagna.

Roberto Longoni

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI