Intervista
«Una famiglia vera e propria non ce l'ho. E la mia casa è Piazza Grande...»: le pennellate di note di una delle più poetiche canzoni del nostro Novecento, splendente da quel Festival di Sanremo 1972 in cui Lucio Dalla si classificò all'ottavo posto, non videro la luce né in una piazza né tanto meno in uno studio ma tra le alte onde del mare.
È uno degli aneddoti che, probabilmente, Ron racconterà al Teatro Regio (mercoledì, ore 20.45) nello spettacolo «Musica e parole» insieme a Marco Caronna (voce, chitarra e regia), Giuseppe Tassoni (pianoforte) e con la partecipazione della Toscanini Next.
La serata, già preziosa, ha un valore aggiunto: la finalità benefica per la quale è stata organizzata dall'associazione «Claudio Bonazzi pro Hospice Piccole Figlie di Parma». Un “plus”, oltre al piacere di trascorrere una serata con «musica e parole» di Ron, uno dei punti di riferimento del cantautorato italiano: garbato e schivo, conduce una vita «in musica e per la musica» dagli esordi nel 1967, tra successi e riconoscimenti, dal premio della Critica «Mia Martini» alla vittoria a Sanremo («Vorrei incontrarti fra cent'anni», 1996).
«Musica e parole» non è uno spettacolo solo per Parma: è uno spettacolo che portate in tournée. Come è nato il progetto con il musicista e regista parmigiano Marco Caronna?
«Marco Caronna, bravissimo, aveva già fatto il regista in un'altra mia tournée e mi solleticava: "Ma tu devi parlare di più, perché hai tanto da raccontare". Mi ha stimolato, è nata questa situazione in cui io, con la mia voce e la mia chitarra, Marco Caronna che tiene il filo della narrazione ma anche suona, Giuseppe Tassoni al pianoforte, raccontiamo cosa c'è stato dietro ogni canzone dalla mia vita, com'è nata. Racconti belli, divertenti, perché sono un uomo fortunato e ho potuto trascorrere molto tempo lavorando con i grandi della musica leggera. Lo spettacolo è molto semplice ma la gente si diverte perché racconto cose vere».
La verità, alla fine, conquista sempre il pubblico...
«Sì, è così. Un aneddoto che piace sempre, ad esempio, è come è nata “Piazza Grande”. C'eravamo imbarcati, con Lucio Dalla e la sua band, da Napoli per andare a fare tre concerti in Sicilia. Mi sono trovato su quella nave bellissima ed ero anche un po' sofferente perché non ero mai riuscito a comporre la musica di una canzone; ho preso la mia chitarra e mi son detto "Vediamo un po' se il mare aiuta". E così è stato, a un certo punto è arrivata la melodia che sognavo. Lucio, che dormiva, si è svegliato e ha aggiunto un'altra cosa, per cui l'abbiamo scritta insieme questa “Piazza Grande”...».
A proposito di Lucio Dalla: com'era?
«Lucio per me è come un padre, mi ha veramente insegnato tanto, anche a livello umano. Era una persona di una generosità incredibile, la sua grandezza era anche quella, non solamente la musica».
A proposito di grandi, lei lo scorso anno ha vinto il Premio Luigi Tenco. Se dovesse raccontare Luigi Tenco oggi a uno dei giovani artisti con cui collabora?
«Sicuramente era una persona che aveva dentro tanta vita ma sentiva anche la pressione del suo lavoro, al quale teneva tantissimo. Era molto attento alle canzoni che scriveva, è sicuramente una persona in cui riesco a specchiarmi. Quanto ai giovani, devo dire la verità, mi confronto con loro e capisco che stanno ascoltando gli artisti degli anni '70 e '80, hanno bisogno dei loro riferimenti. Sono molto fiducioso di questi giovani».
La sua casa-studio di Garlasco accoglie molti colleghi, anche giovani, in sessioni di studio: una sorta di cerniera di trasmissione del sapere...
«Sì, credo che la musica debba essere condivisa da tutti, soprattutto in questo momento che viviamo, in cui è difficile andare avanti per tutti. Io vado avanti perché c'è la musica e perché riesco a fare quello che mi piace, come stare da voi nel vostro teatro, in una serata importante. La musica serve anche a sensibilizzare: è una nuvola meravigliosa che, quando passa, ci fa del bene».
Info: Mimma Petrolini 3394910463, mimmapetrolini@alice.it. Biglietti anche online: www.teatroregioparma.org.
Mara Pedrabissi
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