Dopo il ko di Empoli
Che strano il calcio. Prima si criticava l'assetto ultra offensivo, a quattro punte per intenderci, di Fabio Pecchia. Adesso si critica l'attenzione difensiva di Cristian Chivu, con la difesa a cinque, che castrerebbe quella offensiva. Opinioni, nel calcio ci sta tutto e di più. In fondo siamo tutti allenatori ed è giusto parlarne. La sensazione è che, ripercorrendo le vicende crociate, ogni allenatore abbia adattato alle proprie idee i giocatori a disposizione, dovendo fare i conti entrambi con una lunga lista di infortunati che colpiva, a turno, questo o quel reparto. Senza dimenticare le esigenze di classifica, oltre che al momento della squadra.
Ripensando all'oggi, la partita di sabato ad Empoli, oltre ad essere stata troppo sparagnina e con poche idee, ha riproposto i grandi lanci lunghi di Suzuki, scelta che era arrivata peraltro anche nella gestione Pecchia. In situazioni simili con la squadra era sempre in difficoltà fisiche e numeriche. Evidentemente sabato Chivu sapeva di poter contare su una staffetta in avanti (Pellegrino-Djuric) e in fondo la scelta ha anche pagato visto che proprio da Djuric è arrivato, sempre da palla inattiva, il gol del pareggio. Una rete che il Parma, votato a difendersi, poi non ha saputo capitalizzare.
Quindi ripensando alla gara di sabato c'è da chiedersi il perché di un primo tempo giocato in apnea e, tra l'altro, con disattenzioni gravi come il piazzamento sulla rete di Fazzini che ha concluso dall'interno dell'area del Parma, su un rasoterra in arrivo da corner, senza che nessuno lo contrastasse. Nella tensione del dopo gara Chivu ha definito il primo tempo del Parma da «squadra di ragazzini». Probabilmente per le ingenuità commesse ma anche per una pochezza che non può essere giustificata da nessun problema (stanchezza o infortuni che siano).
Sino ad ora non si è volutamente parlato dell'espulsione di Valenti, uno dei giocatori più esperti del Parma, arrivato in maglia crociata nella stagione 2021-'22, quando sulla panchina crociata si alternarono Liverani e D'Aversa. E un giovane Valenti faticava a giocare. Forse, nella storia di quella stagione ci sono ancora vecchie ruggini che hanno condizionato il centrale del Parma che, uscendo dal campo, dopo il «rosso», si è beccato proprio con la panchina di casa, creando altra tensione. Anche curando questi dettagli, a volte, si possono evitare certi problemi. Sulla doppia ammonizione poi tutti i critici nazionali sono concordi sulla bontà delle scelte di Fabbri. Aiutato proprio da Valenti nelle decisioni e nelle seguenti approvazioni della critica.
E adesso? Beh, intanto la speranza è che nessuno pensi più di essere già salvo. Le due inopinate sconfitte con Como ed Empoli dovrebbero, il condizionale è d'obbligo, aver riportato tutti con i piedi per terra. Dicevamo, e adesso? Beh, risposta troppo facile: servono punti da raccogliere contro Napoli (in lotta per lo scudetto) e Atalanta (in lotta per la qualificazione Champions). Missione impossibile? Speriamo di no, sennò la situazione sarbbe molto più che grigia. Per ora il Parma è ancora padrone del proprio destino. Anche se sulla strada trova due big. Missione impossibile?
Sandro Piovani
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