Via D'Azeglio
Per un sedicenne il cellulare è un mondo in cui stare praticamente sempre immersi. Ma ci sono anche ragazzi che il telefono non lo guardano: no, loro scrutano intorno, fissano chi cammina vicino. E cercano potenziali vittime.
Una lezione appresa suo malgrado da uno studente che di recente è stato rapinato da un altro ragazzo, armato di un coltello e parecchia cattiveria.
Tutto è accaduto alle 7.40 del mattino, qualche giorno fa, all'altezza della chiesa dell'Annunciata.
Il ragazzo, studente 16enne del Marconi, è sceso dal bus in via D'Azeglio e si è incamminato verso la scuola guardando, appunto, lo schermo del telefono. Ma qualcosa ha attirato il suo sguardo. All'improvviso ha notato un altro giovanissimo, forse suo coetaneo, di apparente origine nordafricana, che gli si è parato davanti cercando con una mossa veloce di strappargli il telefono. Quello è stato rapido ma il sedicenne è riuscito a trattenere il cellulare allontanandolo dalle mani dell'altro. Un colpo fallito? Pareva di sì: ma quello non si è rassegnato e ha estratto un coltello che ha puntato alla pancia dello studente ringhiando la solita frase: «Dammi i soldi».
Sono situazioni che durano un attimo: non c'è tempo di pensare. Lo studente, però, ha avuto la lucidità di riflettere e capire che c'era il rischio di farsi molto male. E così ha infilato la mano in tasca: ha recuperato venti euro. Un dettaglio: era il regalo che gli aveva fatto la nonna il giorno prima. Ma è servito a placare il rapinatore che si è allontanato di corsa saltando al volo su un bus appena arrivato e su cui si trovavano altri ragazzi che lo hanno invitato a fare presto.
E il 16enne? Spaventato, ma comunque lucido, ha raggiunto la scuola da dove ha avvisato i genitori. Insieme al padre è poi andato in questura dove ha sporto la denuncia. Un atto doveroso che si spera possa avere un seguito: in quella zona ci sono diverse telecamere e anche i mezzi della Tep sono dotati di occhi elettronici che possono avere ripreso il volto del rapinatore. Mentre le indagini proseguono, resta l'amarezza del padre del ragazzo: «Siamo arrivati al punto che i nostri ragazzi non sono neanche più sicuri a recarsi a scuola? - si sfoga - Ci ritroviamo in una città così impaurita e degradata?»
E soprattutto c'è la reazione del figlio che, tutte le mattine, andando verso il liceo fisserà lo schermo del suo cellulare. Anche se, ogni tanto, sarà ora costretto ad alzare lo sguardo. Per accertarsi che non ci sia un coetaneo in giro che in mano non ha lo smartphone ma piuttosto un coltello.
Tramuta: «Arrestarli»
«L'allarme baby gang sta dilagando di giorno in giorno - commenta Giuseppe Tramuta, consigliere comunale di FdI, che commenta la recente notizia della denuncia dei 5 baby rapinatori di viale Maria Luigia: «Non è sufficiente, viene percepita solo come un semplice monito, e questi criminali continueranno a delinquere. Quando è previsto l'arresto devono essere arrestati e le misure di prevenzione personali devono essere applicate tempestivamente, inclusi i lavori socialmente utili. Se non si adottano questi provvedimenti si finisce a mettere agli arresti domiciliari le vittime.
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