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l'impresa

Da Parma a Roma in bici in quattro giorni. «Era il mio sogno»

Da Parma a Roma in bici in quattro giorni. «Era il mio sogno»

18 Maggio 2025, 03:01

Quando ha visto avvicinarsi la cupola di San Pietro quasi non è riuscito a trattenere l'emozione: «In quel momento ho capito di avercela fatta».

Matteo Cecconi, all'età di 56 anni, ha esaudito uno dei suoi sogni più grandi, una vera e propria impresa fisica quanto mentale: da Parma ha raggiunto Roma in sella alla sua bicicletta. Quattro giorni di pedalate, meraviglie paesaggistiche, fatica, solitudine lungo ben 570 chilometri tra città, paesini e natura. «Qualche mese fa ho deciso che avrei voluto fare un viaggio lungo: alcuni amici avevano pensato a questa avventura su due ruote - racconta Cecconi -. Dovevamo essere in gruppo, poi tanti hanno abbandonato l'idea: così sono partito da solo».

Lui e la sua bici, il ritmo come compagno, il suo Garmin come «bussola», l'entusiasmo come carburante. Tutto il percorso calcolato alla perfezione: «La preparazione del viaggio è una delle parti più divertenti, io sono maniacale nell'organizzazione - confida il consulente per la sicurezza sul lavoro -: ho pensato a tutte le tappe, a dove fermarmi a dormire, cosa visitare». È partito martedì mattina, ha attraversato la via Francigena e dormito in tre località diverse: Lucca, Buonconvento e Viterbo.

Si è fermato per le colazioni - sì, spesso due, per integrare le energie perse -, poi un panino al volo in qualche bar e brevi momenti di riposo: «Cosa ho fatto nelle pause? Ho visitato le meraviglie dei diversi luoghi - dice - e mi sono portato dietro il Kindle per leggere un buon libro nei momenti di solitudine».

Tappa dopo tappa. Pedalata dopo pedalata. «In totale è come se avessi pedalato 24 ore», sorride. Lui che è abituato a percorrere anche più di 11mila chilometri in un anno. «Ho la passione per il ciclismo da almeno 20 anni - racconta - e da diverso tempo faccio parte del gruppo Cral Barilla, che organizza uscite in bicicletta, gare: di recente, per esempio, ho partecipato all'Etape (la granfondo ufficiale del Tour de France, ndr) che ha attraversato la città».

Venerdì è poi arrivato a Roma, in particolare proprio in piazza San Pietro: «Quando ho iniziato a vedere la cupola in lontananza mi sono emozionato: in quel momento ho capito di avercela fatta - rivela -: la notte prima dell'arrivo a Roma non sono neanche riuscito a dormire». Al suo arrivo ha trovato una capitale «in mezzo al caos». Le vie piene di turisti, di religiosi, di curiosi: «Tra il giubileo e l'elezione del nuovo Papa, c'è un gran fermento - spiega il 56enne -: il tutto però ha reso ancora più forte e indimenticabile l'emozione». C'era un che di «mistico», ride. Molto, in effetti, del suo viaggio, somiglia a un percorso di fede, interiore. Lui stesso si è definito «un vero pellegrino, sarà stata anche l'atmosfera della via Francigena». Ha anche riempito un libricino, le «credenziali del pellegrino» da riempire con i timbri delle diverse tappe.

Ad ogni tratto in più di strada «ho capito qualcosa in più di me stesso». È stato a tutti gli effetti «un viaggio interiore». E gli anni, si sono fatti sentire? Cecconi sorride: «Non ho fatto fatica, è stata una bellissima avventura - risponde senza esitare -: un po' di male alle gambe verso sera, ma poi bastava una bella dormita e un po' di potassio per riprendere tutte le energie». Un' impresa che sarà impossibile da dimenticare: «Ancora devo metabolizzare tutte le meraviglie che ho visto e vissuto». Da rifare? «Un ricordo così bello deve essere irripetibile». Così ecco 570 chilometri volati via, come un sogno.

Anna Pinazzi

© Riproduzione riservata

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