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Gazza Ladra

Garlasco, la morte di una ragazza non sia «argomento da bar» in tivù

Garlasco, la morte di una ragazza non sia «argomento da bar» in tivù

di Mauro Coruzzi

25 Maggio 2025, 03:01

Maggio è da sempre il mese della rosa, il mese della sposa o dai detti «Maggio fresco e bagnato» o «Se piove ai primi di maggio, noci e fichi faranno buon viaggio». Da quest’anno e, si spera, solo per questo maggese, dovremo aggiungere «maggio il mese del dubbio e dei sospetti». E se coniamo questo modo di definire il mese è per la marea d’incertezze che ci derivano, dalla cronaca, più che altro nera, mentre, in questi ultimi giorni; l’azzurro è diventato il colore dominante, con la vittoria dello scudetto da parte del Napoli, il 4° nella sua storia… Esplosione della gioia dei tifosi della squadra allenata da Antonio Conte, nome urlato a squarciagola dai tifosi che riempivano lo Stadio Maradona e lui che piange dalla commozione mentre inizia la festa, nelle piazze della città, nei vicoli, con sarabanda di motorette, di saltelli sui piedi, senza limiti d’età, ovunque striscioni e bandiere, «triccheballacche», i martelletti di legno che si pensavano defunti altrimenti definiti «scetavajasse» o «putipù», dal suono non particolarmente armonico ma in grado di dare ritmo e sostenerlo, come fosse un tamburo, mentre hanno fatto da corredo fuochi d’artificio, a centinaia, mentre a migliaia, pare centomila persone “appena” festeggiavano in piazza del Plebiscito… Non sono mancati i feriti, più di un centinaio, nessuno da codice rosso, ma gli addetti alla sicurezza hanno avuto il loro daffare, tra clacson che suonavano all’impazzata e fumogeni come si fosse sul set di un film d’azione e un corollario, decisamente inaspettato, quando anche da un monastero, quello delle Clarisse Cappuccine, denominato delle Trentatré, si sono levati canti di gioia e alleluia e lo sventolio di bandiere azzurre hanno contribuito a elevare preci e pensieri buoni a Lukaku e ai suoi compagni di squadra… C’è, in contemporanea, e non necessariamente per le stesse persone, anche se è possibile ragionare su quello che accade in cronaca e provare una gioia autentica per un risultato sportivo, fatto sta che questi son giorni in cui il «delitto di Garlasco» e la morte di Chiara Poggi, nonché la condanna in via definitiva a 16 anni di detenzione per Alberto Stasi, sono tornati di vivissima attualità. L’ennesima indagine presenterebbe risultati differenti dai precedenti e di fatto non collocherebbe il fidanzato come l’assassino e quindi non meritevole del carcere nel quale è ancora richiuso, ma con questa nuova perizia, frutto dei nuovi ritrovati tecnici e che sarebbe in grado di “riconoscere” le impronte repertate di fianco alla posizione in cui fu trovato il cadavere di Chiara come appartenenti ad Andrea Sempio, già indagato in passato, ma poi scagionato e con la condanna di Stasi, che comunque si è sempre dichiarato innocente, riabilitato ma ora nuovamente nel frullatore delle cronaca, della comunicazione, col nome in bocca a decine di opinionisti che dicono la loro, senza avere conoscenza necessarie, ma riempiendo di pareri da «secondo il mio giudizio» a «a me pare che», in ogni giorno, a ogni ora, attraverso la tv, e col risultato di riempirci di dubbi: che sia forse il caso di non affidare alla tv il ruolo di giudicare i colpevoli o gli innocenti? Non sarebbe questa una maniera più seria e meno «fantasiosa» di arrivare alla reale verità e non fare della morte di una ragazza un «argomento da bar»? Lasciamo ai frequentatori del bancone e ai consumatori della tazzina di caffè di dibattere sul calcio e i suoi protagonisti, questo male non ci fa, tanto si sa che ognuno, dentro di sé, si sente allenatore o dirigente sportivo e questo tipo di chiacchiera semmai ci esalta per qualche minuto, ma non va a turbare le nostre convinzioni, più o meno radicate, che la «legge è uguale per tutti» … Buona Domenica

Mauro Coruzzi

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